Il presidente del PPD a tutto campo sull'attualità politica, tra stoccate e rivelazioni: "Credo ancora nell'alleanza con il PLR"
MELIDE - Dai vaccini al caso dell'ex funzionario del DSS. Dai rapporti con il PLR alle critiche a Norman Gobbi. Fiorenzo Dadò, ospite del programma di TeleTicino “Detto tra noi”, ha fatto il punto sull’attualità politica, non risparmiando stoccate e rivelando alcune novità (per rivedere la puntata clicca qui).
Quella più interessante riguarda la decisione che il Gran Consiglio dovrà prendere prossimamente sul vicenda dell’ex funzionario del DSS, condannato in via definitiva a diciotto mesi sospesi con la condizionale per violenza carnale e coazione sessuale. Dopo la prima bocciatura da parte del Parlamento di una Commissione parlamentare d’inchiesta, ora i deputati stanno valutando se riproporre una CPI oppure se imboccare la strada di un audit esterno.
“Sull’ex funzionario del DSS nuovi elementi importantissimi”
“Io - ha detto in merito Dadò - ho proposte entrambe le soluzioni. Ma se dovessi scegliere oggi, preferirei un audit a patto che sia affidato a persone indipendenti dalla politica e dall’amministrazione, autorevoli, possibilmente non ticinesi. Il punto fondamentale, però, è quello che si scrive nel mandato di questo audit, cosa si chiede agli esperti di verificare. Perché occorrerà andare un po’ indietro negli anni. Se vogliamo migliorare oggi, serve capire cosa si è sbagliato in passato. Vedremo cosa deciderà il Gran Consiglio”.
Quindi il presidente del PPD ha fatto una rivelazione importante:
“Non posso entrare nel dettaglio, ma posso dire che ci sono dei nuovi elementi importantissimi e che avranno un peso determinante nella decisione”.
Sempre sulla vicenda, Dadò ha detto di essersi riappacificato con Natalia Ferrara. I due, infatti, avevano avuto uno scontro durissimo dopo la bocciatura della CPI in Gran Consiglio: “Con Natalia ho dei buoni rapporti. Ci sono state delle tensioni, ma le incomprensioni devono finire a un certo punto. Lei ha fatto i suoi errori e io ho fatto i miei”.
Tra "Norman Building" e nomine in Procura
Capitolo giustizia. Il presidente del PPD ha espresso la sua contrarietà rispetto all’acquisto dello stabile Botta a Lugano, dove il Governo vorrebbe insediare parte della magistratura. Il così detto “Norman Building”, come viene scherzosamente definito il dossier nei corridoi di Palazzo.
“Tra acquisto, sistemazione e la ristrutturazione di altri spazi, parliamo di una spesa di 230/240 milioni di franchi. In questo momento il Cantone non deve andare ad investire in oggetti di questo genere che non porterebbero una briciola al Cantone e ai ticinesi. Poi c’è un altro problema: quello della prossimità della giustizia. Sono contrario a concentrarla tutta a Lugano”.
Recentemente la Commissione Giustizia si è accordata sul prossimo pacchetto di nomine in magistratura, ma Dadò si è detto molto critico sull’attuale processo di selezione: “Il principio che i magistrati rispecchino le sensibilità politiche del Paese, è giusto. Quello che non funziona assolutamente è il processo di selezione da parte della Commissione di esperti. Abbiamo avuto delle situazioni in cui un candidato è stato ritenuto particolarmente idoneo per una carica e sette mesi dopo la stessa persona, per la stessa carica, è stata giudicata appena sufficiente. O viceversa. Se si vuole continuare con questo metodo, occorrerà codificarlo con precisione. Questo modo di procedere non lo accetto più”.
Il ruolo del PPD e i rapporti con il PLR
Il presidente del PPD ha quindi chiarito il ruolo del suo partito nell’attuale scacchiere politico, in materia di politica finanziaria: “Noi siamo convinti che è giusto risparmiare ma non a tutti costi. Sul ceto medio ci siamo profilati molto bene. In Ticino ci sono le imposte di circolazione più care di tutta la Svizzera e abbiamo presentato due iniziative per abbassarle, riportandole nella media nazionale. Ora è giusto che i ticinesi vadano a votare su questo tema. Per gli affitti abbiamo presentato un’iniziativa fiscale che propone delle deduzioni. Meno entrate per lo Stato, più soldi nelle tasche dei cittadini del certo medio. Questa è la nostra ricetta”.
In quanto ai rapporti con il PLR, Dadò ha spiegato: “Vanno bene. I nostri partiti su alcuni aspetti si assomigliano molto, come dimostra l’ottima collaborazione a livello federale. Quello che chiediamo è che le intese si trovino in due, lavorando sui temi e senza veti incrociati. Il progetto di alleanza proposto in maniera un po’ frettolosa alle elezioni federali, sono convinto che sia ancora valido. Il centro politico dovrebbe avere un rappresentate agli Stati. Se sommiamo i voti di PPD e PLR non è normale che la nostra area non abbia un eletto alla Camera Alta. Dopodiché devo aggiungere una cosa: se non c’è la volontà di portare avanti questo progetto da parte del PLR, posso chiedere ad altri se sono interessati. Il PPD ha un’area di centrodestra ma anche una centrosinistra….ma l’intesa più semplice e naturale da realizzare dovrebbe essere con i liberali radicali”.
“In Ticino polizia gonfiata a dismisura”
Il presidente del PPD non ha risparmiato critiche a Norman Gobbi e al suo Dipartimento sulla vicenda dei permessi.
“Ci sono persone che risiedono sul nostro territorio che hanno ricevuto 70, 80, oltre 100 controlli di polizia in un anno per vedere se avevano le mutande nel cassetto. Siamo nel grottesco. La polizia è stata gonfiata a dismisura in Canton Ticino. Abbiamo una polizia simile a quelle delle città criminose degli Stati Uniti. Ma non sono state ingrossate le fila dei poliziotti sul terreno, bensì l’apparato. Visto che anche la Lega è abbastanza propensa a voler tagliare, questi sono settori dove forse si può mettere mano. Tornando ai permessi: questa situazione andrà chiarita e corretta dal Parlamento in qualche modo. I tribunali hanno pesantemente bacchettato il Dipartimento”.
"Non sono vaccinato"
Infine, una battuta sulla vaccinazione: “Non sono vaccinato per ragioni mediche. Vado avanti a tamponi, ma soprattutto evito le situazioni a rischio come partite di hockey, feste ed altri assembramenti. Vado molto raramente al ristorante. Faccio solo quello che è necessario”.