POLITICA E POTERE
Ex Macello, la Lega contro la prima cittadina Tessa Prati. Mentre "una compagna rimane sul tetto"
"La Signora Prati dovrebbe ricordarsi che la decisione di non più mantenere l’autogestione all’ex macello è stata votata proprio dal Consiglio Comunale che lei presiede"
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LUGANO - “Prima cittadina di tutti o di parte?”. È il titolo di una presa di posizione odierna del gruppo Lega in Consiglio comunale a Lugano. I leghisti se la prendono con Tessa Prati, co-presidente della sezione cittadina del Partito socialista e presidente del Consiglio comunale. Ci chiediamo, si legge nella nota, “se la Signora Tessa Prati sia in grado di assolvere ai doveri che la carica di primo cittadino richiede. Già in occasione dell’ultima seduta la Presidente ha lasciato che un suo collega di partito, con la scusa di fare gli auguri di Natale, abusasse in modo palese del suo diritto di parola pronunciandosi proprio sul tema Ex Macello.

L’apparizione televisiva di ieri, in qualità di prima cittadina e non a titolo personale, è stato l’emblema di un comportamento non adeguato al ruolo. La Signora Prati dovrebbe ricordarsi che la decisione di non più mantenere l’autogestione all’ex macello è stata votata proprio dal Consiglio Comunale che lei presiede. Il minimo che ci si possa attendere è quindi il rispetto di una decisione democratica presa a grandissima maggioranza.

E invece no, la presidente si è scagliata contro il Municipio. È bene ricordarle che il progetto di riqualifica dell’ex macello è proprio della municipale socialista”.

 

Si fa veramente fatica a capire, prosegue la nota della Lega, “come si possa difendere un manipolo di molinari che vogliono creare all’interno della città, a spese dei cittadini di Lugano e del Cantone, un’isola di impunità nella quale si può fare di tutto e di più.  Ieri sera inoltre, i molinari hanno imposto una negoziazione che sapeva molto di ricatto neanche fossimo in un film Holliwoodiano. Altro che cultura dal basso, sono anni che all’ex macello si faceva di tutto tranne che cultura. Non ci siamo certo dimenticati delle manifestazioni, ben prima dello sgombero, quando hanno ferito la giornalista a Molino Nuovo o quando hanno occupato la stazione, sono sempre le stesse persone che sotto casa del compianto Sindaco, Marco Borradori, gridando “Marco a testa in giù!”. I molinari pensano che sia loro tutto dovuto, che la Lugano imperialista e capitalista gli debba dare una casa ed accettare tutte le provocazioni e gli insulti. Eh sì, perché loro sono gli autogestiti e possono fare quello che vogliono. Anche no cara presidente! Da parte nostra pieno sostegno al Municipio”.

Intanto, dopo lo sgombero dell’ex Macello da parte della polizia, che ha portato al fermo di undici persone, due delle quali sono state arrestate, gli autogestiti proseguono la protesta. Sul tetto dell’edificio, scrivono sul loro canale telegram, “rimane solo una compagna, continua il presidio fuori dallo spazio!”.

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