Le reazioni all'intervista di Amalia Mirante da parte dei leader del partito socialista e dei Verdi
MELIDE - L’intervista di Amalia Mirante alla trasmissione “Detto tra noi” (clicca qui), in onda ieri sera su TeleTicino, sta suscitando dibattito nell’area rossoverde. La candidatura al Consiglio di Stato dell’economista - pronta a sottoporsi in ogni caso al giudizio del congresso del PS - ha smosso ulteriormente le acque già agitate di una partita complessa.
Non è passata inosservata neppure la freddezza mostrata da Mirante rispetto a una possibile alleanza con i Verdi. A suo avviso si potrebbe considerare solo una lista con 4 rappresentanti socialisti e 1 verde. Mentre ha bollato come “fantapolitica” l’ipotesi di un 2 (PS)-2 (Verdi)-1(PC).
Per raccogliere delle reazioni alle parole di Mirante, abbiamo interpellato Fabrizio Sirica e il co-coordinatore dei Verdi Nicola Schönenberger. Cominciamo dal co-presidente socialista.
Sirica: "Sorpreso da Amalia"
“È tutto troppo presto”, dichiara Sirica a Liberatv che non nasconde “una certa sorpresa per l’autocandiatura di Amalia”. “Come Commissione Cerca - aggiunge - non abbiamo ancora fatto la prima riunione. Prendo comunque nota della sua disponibilità a candidarsi che sarà certamente discussa, come del resto era già in programma di essere fatto”.
Quanto all’intenzione di Mirante di presentarsi davanti al congresso, sia che la Direzione la proponga per la lista, sia che no, Sirica afferma: “È lapalissiano che ogni candidato possa proporsi al congresso. Dirlo a 14 mesi dalle elezioni, mi è sembra una frase un po' forte, certamente prematura”.
In quanto all’alleanza con i Verdi, che potrebbe sfociare in una lista unica, il co-presidente respinge la critica di Mirante sul fatto che non si sia finora parlato di temi: “Abbiamo appena consegnato l’iniziativa popolare sul salario minimo, dove abbiamo raccolto le firme insieme. Faremo insieme la campagna contro l’iniziativa Morisoli. E, più in generale, sui temi in Gran Consiglio ci troviamo molto ben allineati. Dopodiché sono d’accordo anch’io che occorre fare un’alleanza strutturata e non meramente elettorale. Ed è quello che stiamo cercando di costruire. Ma le discussioni sono ancora in corso”.
Schönenberger: "Alleanza se alla pari ai nastri di partenza"
“Si sta discutendo….”, conferma dal canto suo Nicola Schönenberger. “A livello di temi siamo allineati con i socialisti su buona parte dei dossier. Non ci sono grossi nodi da sciogliere, da questo punto di vista. Ma la domanda che bisogna porsi è un’altra: per quali obbiettivi bisogna fare un’alleanza d’area? Un raddoppio in Governo, benché difficile, potrebbe essere uno. L’altro potrebbe invece essere quello del mantenimento di un seggio, ma a questo punto le valutazioni andrebbero fatte in base a chi viene candidato”.
Due, dunque, gli obbiettivi in caso di alleanza. Nel caso non dovessero esserci le condizioni per un raddoppio, resterebbe il mantenimento del seggio che dovrebbe - dovrebbe… - essere lasciato libero da Manuele Bertoli. “Se lo scenario è questo, allora per poter raggiungere un consenso al nostro interno - spiega il coordinatore dei Verdi - è necessario che tutti i candidati partano alla pari ai nastri di partenza, in maniera concorrenziale. Questo in modo che si faccia una campagna elettorale credibile che lasci la possibilità concreta agli attori dell’alleanza di conquistare il seggio”.
E i posti sulla lista, in questo caso, i posti sulla lista fanno tutta la differenza del Mondo: “Per noi lo scenario 2-2-1 è una condizione sine qua non. Se dovesse essere rimessa in discussione questa formula, allora dovremmo ricominciare la discussione tutta da capo”.
Schönenberg aggiunge un elemento importante: “Occorre anche stipulare un accordo di collaborazione preventivo, che consenta al partito che non dovesse conquistare il seggio, di essere coinvolto nelle scelte e nelle dinamiche governative. Nel caso gli esclusi fossimo noi, servono delle garanzie scritte affinché i temi che ci stanno a cuore siano portati dal ministro eletto nell’agenda governativa”.
Anche un eventuale ricandidatura di Manuele Bertoli, potrebbe diventare una pietra d’inciampo sulla strada dell’alleanza elettorale: “Bisognerebbe capire in che misura una rielezione di Bertoli, permetterebbe ai nostri dossier di diventare centrali per l’agenda politica del Governo. Inoltre una sua candidatura sfalserebbe quel principio di concorrenzialità ai nastri di partenza di cui dicevo prima. Infine, sarebbe da parte del PS la scelta di una strategia difensiva. Significherebbe difendere un consenso che si sta erodendo, invece di cercare nuovi elettori. Una strategia forse vincente nel breve periodo, ma debole nel medio-lungo termine. E noi Verdi siamo sempre stati quelli a cui piace giocare all’attacco…”.