Il municipale leghista chiede di annullare la conferenza sull'Ucraina prevista in luglio: "Una cagata pazzesca"
LUGANO - “La conferenza sull’Ucraina a Lugano va annullata”. Lo ha scritto il municipale leghista Lorenzo Quadri sull’ultima edizione del Mattino. L’evento, in agenda il 4-5 luglio, era stato calendarizzato prima dell’inizio della guerra scatenata dalla Russia. In origine si sarebbe trattato di una “semplice” conferenza annuale, convocata per fare il punto sulle riforme del Paese. Lugano sarebbe stata la quinta tappa di un appuntamento inaugurato a Londra nel 2017. Ma è chiaro che il conflitto innescato da Vladimir Putin, ha cambiato completamente le carte in tavola.
Nell’ultima telefonata tra Ignazio Cassis e Volodymir Zelensky, si è concordato che a Lugano si discuterà della ricostruzione dell’Ucraina. In Città dovrebbero infatti arrivare, oltre allo stesso Zelensky, una ventina di ministri, i rappresentanti dell’economia privata, della società civile e di organizzazioni internazionali (il Fondo monetario, la Banca mondiale, l’Unione europea, la NATO…). Ma c’è chi ipotizza la presenza anche di leader come Boris Johnson, Mario Draghi, Emmanuel Macron e Olaf Scholz.
Il presidente del Consiglio di Stato Claudio Zali, ai microfoni della RSI, non ha mancato di esprimere alcune perplessità: “"È una grande opportunità da una parte, o una tegola dall’altra. È ancora tutto da definire, la leadership è evidentemente in mano alla Confederazione, il cantone non mancherà di segnalare la propria preoccupazione. È chiaro che in una situazione del genere dobbiamo attenderci ampie zone del nostro territorio, non dico militarizzate, ma quanto meno in cui non ci si potrà spostare liberamente per un certo periodo".
Lorenzo Quadri, oltre ai disagi e ai costi, punta il dito sull’opportunità politica di ospitare la conferenza in Ticino: “Una Svizzera fu neutrale, come quella odierna, è ridotta a gloriarsi per una conferenza farlocca. Al tavolo non ci sarebbero però le due parti belligeranti, Russia ed Ucraina. Ci sarebbero solo l’Ucraina ed i suoi sostenitori che se la cantano e se la suonano tra loro. Ben difficilmente per inizio luglio sarà tornata la pace. Una nazione che dovrebbe essere neutrale – la nostra – continua ossessivamente a schierarsi. La conferenza di Lugano ha un’unica finalità: gonfiare l’ego Ignazio Cassis. C’è chi la reputa un “onore” (?). Un onore sarebbe contribuire in modo concreto alla fine della guerra. Ma per questo serve avere al tavolo le due parti: Zelensky e Putin. A Lugano non sarà così. Morale: la conferenza di onori ne porterà pochi, di oneri tanti. Per il contribuente ticinese i costi saranno spropositati. I disagi pure. Ve lo immaginate il dispositivo di sicurezza che verrà messo in campo? E cosa direbbe il presidente ucraino nell’inverosimile ipotesi in cui dovesse davvero comparire a Lugano? Chiederebbe soldi per la ricostruzione del suo Paese. Verrebbe qui a battere cassa”.
“E’ palese - aggiunge Quadri - che il “summit” luganese d’inizio luglio non potrà essere una conferenza sulla “ricostruzione”: purtroppo la fase in corso sarà ancora quella della distruzione. Pertanto, si trasformerà in un evento di santificazione dell’Ucraina e di demonizzazione della Russia. Un esercizio che un Paese neutrale non si può permettere. Altro che “onore” per il Ticino e per Lugano. La conferenza internazionale sull’Ucraina sarà una “cagata pazzesca” (cit. Fantozzi). Comporterà solo enormi costi e disagi durante il suo svolgimento. E gli svizzerotti si faranno impegolare nel versamento di contributi di ricostruzione stratosferici. La conferenza sull’Ucraina a Lugano era stata programmata molti mesi prima che scoppiasse il conflitto. Adesso, come tutti hanno sottolineato, le carte in tavola sono radicalmente cambiate. Dunque l’appuntamento non ha ragione di essere e va cancellato”.