POLITICA E POTERE
Casse malati, via libera dal Governo alle deduzioni per i figli
Semaforo verde all’iniziativa parlamentare di PLR, Lega, Centro/PPD e UDC. Il deficit, in caso di approvazione della proposta, sarebbe di 5,6 milioni per il Cantone e di 4,5 milioni per i Comuni. Ma il PS non la ritene efficace e intende opporsi
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BELLINZONA - Via libera del Governo all’iniziativa parlamentare presentata a fine settembre da PLR, Lega, Centro/PPD e Udc (con Alessandra Gianella, Boris Bignasca, Maurizio Agustoni e Paolo Pamini primi firmatari) per introdurre la deducibilità dei premi di cassa malati per i figli a carico, fino a un massimo di 1.200 franchi per ciascun figlio. Il Ticino è, ad oggi, uno dei pochi cantoni, insieme a Basilea-Città e Argovia, a non prevedere questo sgravio. 

Secondo il Consiglio di Stato, tale iniziativa può essere accolta. È di questi giorni il parere favorevole, pur considerato l’impatto della proposta sulle finanze del Cantone: “Qualora in Ticino venisse introdotta una deduzione aggiuntiva di 1.200 franchi per ogni figlio o persona bisognosa a carico, il deficit per i Cantoni e i Comuni sarebbe, rispettivamente di 5,6 milioni e 4,5 milioni di franchi”. Inoltre, specifica l’Esecutivo “A titolo informativo e come possibile alternativa, qualora tale deduzione aggiuntiva fosse fissata a 700 franchi, il deficit si limiterebbe a 3,3 milioni per il Cantone e 2,6 milioni per i Comuni. In ogni caso, tale costo va contestualizzato nell’ambito della riforma della legge tributaria”.

Il Dipartimento delle Finanze e dell’Economia (DFE) sta lavorando da tempo a tale modifica e “in caso di approvazione dell’iniziativa il relativo impatto finanziario sarà conteggiato e dedotto dallo spazio di manovra finanziario della futura riforma generale della legge tributaria cantonale definito dal Parlamento nel 2019. Così facendo esso risulterà in linea con i dati di Piano finanziario, fatta eccezione per un unico scostamento per l’anno 2023”, si legge nella nota, che conclude: “Tuttavia, tale scostamento potrà essere compensato nell’ambito della suddetta riforma ripartendo il relativo onere su un arco temporale pluriennale, ad esempio di 4 o 5 anni”.

Ora pronunciarsi in merito spetta alla Commissione gestione e finanze e infine al Gran Consiglio. Nonostante il parere favorevole dell’Esecutivo, va segnalato che il Partito socialista ha deciso di opporsi e presenterà un controprogetto. Ad essere in disaccordo con l’iniziativa, ad esempio, il capogruppo del PS Ivo Durisch: “Questa proposta non aiuta il ceto medio come si vorrebbe far credere. Basti pensare che una famiglia con due figli e un reddito netto di 100 mila franchi risparmia 60 franchi di imposta, mentre la stessa famiglia con un reddito di 500 mila franchi risparmia 560 franchi. Oltre una certa fascia di reddito, sono soldi sprecati. Ciò che noi invece proponiamo è di indirizzarli alla fascia tra i 110 e i 140 mila franchi di reddito netto, ossia quella parte di ceto medio che oggi non ha diritto ai sussidi e ha poco beneficio dalle deduzioni. Esattamente con le stesse risorse previste dall’iniziativa, circa 10 milioni, possiamo raddoppiare l’aiuto (tramite sussidi e non deduzioni fiscali) al ceto medio che ne ha sempre più bisogno. Solo così potremo essere efficaci”.

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