POLITICA E POTERE
Centro e PS fucilano la riforma fiscale: un regalo ai più ricchi. E c'è già aria di referendum
Il partito di Dadò: "Nessuna misura per ceto medio e PMI". I socialisti: "Una strategia insostenibile e ingiusta"

BELLINZONA – Reazioni tra lo scettico e il negativo al progetto di riforma fiscale varato oggi dal Consiglio di Stato (LEGGI QUI) arrivano dal Centro e dal Partito socialista. Iniziamo dalla presa di posizione del partito guidato da Fiorenzo Dadò.

“Il Centro ha preso atto con grande perplessità del Messaggio del Consiglio di Stato che propone alcune modifiche della Legge tributaria. Riassunto all’osso, il Consiglio di Stato propone di aumentare il coefficiente cantonale d’imposta dal 97% al 100% - ciò che corrisponde a un aumento generalizzato delle imposte di circa 46.7 milioni di franchi l’anno – per finanziare delle misure fiscali che in misura preponderante andranno unicamente a beneficio delle persone più facoltose.

Il 50% delle misure fiscali, per un importo complessivo di 23.3 milioni di franchi a livello cantonale e 18.6 milioni di franchi a livello comunale, andranno in effetti esclusivamente a favore dei redditi imponibili superiori a CHF 288’000 per i singoli e CHF 356’000 per i coniugati.

Il Consiglio di Stato, con il suo Messaggio, contraddice peraltro le indicazioni che erano state date dal Gran Consiglio nel 2019, quando - nel contesto della legge federale concernente la riforma fiscale e il finanziamento dell’AVS - era stato chiesto al Governo di impostare la futura riforma fiscale sulle seguenti tre priorità: 1. l’imposizione fiscale del ceto medio, 2. la tassazione delle persone sole, 3.la tassazione delle PMI.

Il Messaggio del Consiglio di Stato, a parte l’aumento delle deduzioni professionali (che rappresentano appena il 19% dell’impatto finanziario), non contiene alcuna misura che possa concretamente migliorare la situazione finanziaria del ceto medio. Inoltre, il Messaggio non contiene alcuna misura a favore delle PMI, né a favore specificamente delle persone sole.

Il Centro è sicuramente a favore di una maggiore attrattiva fiscale del nostro Cantone, che passa anche da una riduzione delle aliquote massime, oggi tra le più elevate della Svizzera. È tuttavia inammissibile - e al limite della provocazione - che la riduzione delle imposte alle persone più facoltose venga finanziata aumentando del 3% le imposte a tutta la popolazione; con un simile approccio è impensabile costruire un consenso popolare e la proposta del Consiglio di Stato sembra fatta apposta per seppellire per molti anni qualsiasi riforma fiscale.

Il Consiglio di Stato, con questa proposta di aumento generalizzato delle imposte, contraddice peraltro il decreto votato dal popolo il 15 maggio 2022; nel rapporto del Gran Consiglio era in effetti indicato che “il presente decreto legislativo escluda fino al 2025 compreso aumenti della pressione fiscale, segnatamente delle imposte elencate nella Legge cantonale tributaria del 21 giugno 1994 quali le imposte dirette sull’utile e sul capitale sulle persone giuridiche, sul reddito e sulla sostanza delle persone fisiche, sugli utili immobiliari, il coefficiente d’imposta, l’imposta personale, le imposte immobiliari, l’imposta minima, l’imposta sulle successioni e donazioni, ecc.

Suscita ancora più perplessità che il Consiglio di Stato proponga questo genere di misure fiscali alla vigilia di una manovra di rientro che - dalle prime avvisaglie - conterrà probabilmente misure che potrebbero toccare le fasce più fragili della popolazione. Il Centro si è sempre impegnato e continuerà a impegnarsi per un Ticino accogliente e attrattivo anche dal punto di vista fiscale (si vedano in proposito le iniziative per l’imposta di circolazione e per la deducibilità del premio di cassa malati dei figli minorenni, entrambe sostenute dal popolo), in cui siano coniugate liberà, responsabilità e solidarietà: in questo senso si oppone fin d’ora all’iniquo aumento di imposta proposto dal Consiglio di Stato, così come a tagli alle persone più fragili”.

IL PS: No a nuovi sgravi per le persone particolarmente benestanti

Sulla stessa linea la presa di posizione firmata dai copresidenti del Partito socialista, Laura Riget e Fabrizio Sirica, e dal capogruppo Ivo Durisch.

“Il Partito Socialista Ticino disapprova la nuova riforma fiscale presentata oggi dal Consiglio di Stato. La nuova riforma beneficia ancora una volta le persone più benestanti a scapito del ceto medio e delle famiglie ticinesi - e questo in momento caratterizzato da una situazione finanziaria fragile e da costi crescenti per la popolazione.

Oggi il Governo ha presentato una nuova riforma fiscale. Una delle misure proposte dalla riforma prevede, in particolare, la riduzione dell’aliquota massima imposta sul reddito al 12% per chi ha redditi alti. Con questa misura ci saranno minori entrate per il Cantone e i Comuni per 40 milioni annui. Così facendo si perderà un’importante entrata che andrà a beneficio unicamente delle persone più benestanti.

Il PS Ticino è contrario a questa nuova riforma soprattutto perché, ancora una volta, favorisce i redditi più alti. Il Governo persevera la sua rincorsa agli sgravi fiscali a favore delle persone particolarmente benestanti. Una strategia insostenibile e ingiusta. Oggi di fronte alle difficoltà reali della popolazione, come ad esempio, i costi dei premi di cassa malati, l’inflazione, la perdita del potere d’acquisto o ancora la precarizzazione del mercato del lavoro proporre una politica fiscale basata sugli sgravi ai redditi più elevati è a dir poco incosciente.

Questa riforma non sarà finanziariamente neutra come sostiene il Consiglio di Stato, ma ci saranno minori entrate per il Cantone e per i Comuni. Riteniamo grave che mentre il Governo propone queste misure parallelamente sta lavorando alla riduzione di servizi e prestazioni fondamentali come ad esempio i sussidi di cassa malati per risanare le finanze pubbliche.

La politica deve lavorare per una redistribuzione equa delle risorse, garantendo sostegno a chi ne ha più bisogno e imponendo una maggiore tassazione a chi può permetterselo. In questo modo, si costruisce una società più giusta e solidale, che rispetta e protegge i diritti di tutti i suoi cittadini e di tutte le sue cittadine. Per questo motivo come PS Ticino valuteremo anche il lancio di un referendum in caso di approvazione da parte del Gran Consiglio di questa ingiusta riforma”.

 

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