Dichiarazioni di fuoco del capogruppo leghista questa sera a Detto tra noi su TeleTicino: "Con l'UDC siamo quasi alle pistolettate..."
MELIDE - “Sono abbastanza incazzato!”. Boris Bignasca non ha usato giri di parole nel commentare il suo stato d’animo dopo la pubblicazione del primo sondaggio della RSI. Un sondaggio che sulla lista per il Consiglio di Stato Lega/UDC lo vede piazzarsi al quarto posto, dietro gli uscenti Norman Gobbi e Claudio Zali, e alle spalle del presidente dell’UDC Piero Marchesi.
Bignasca ha espresso una serie di esternazioni sorprendenti - che come vedremo non si limitano al solo sondaggio… - all’interno di un accesissimo dibattito con il vicepresidente del Centro Giorgio Fonio, andato in onda questa sera su TeleTicino nella puntata di Detto tra noi (per rivedere la trasmissione clicca qui).
E se il capogruppo leghista si è detto soddisfatto di quanto prospettato dall’indagine demoscopica per quanto riguarda il risultato del Consiglio di Stato e, in parte, anche per il Gran Consiglio, ben diverso il giudizio sul suo risultato personale, che “fa abbastanza schifo e questo mi fa riflettere”.
“I leghisti - ha argomentato Bignasca - devono votare i tre leghisti. Sono abbastanza incazzato. Il problema è che gli UDC non votano i leghisti, mentre i leghisti danno fuori i voti agli UDC. Questa cosa speriamo che finisca presto perché c’è bisogno di votare i tre leghisti”. Parole che nella sostanza si rifanno a quelle recentemente espresse anche da Claudio Zali.
L’alleanza con l’UDC, insomma, continua a provocare malumori. Un abbraccio mortale, è stato chiesto al capogruppo della Lega. “Siamo quasi alle pistolettate…”, la replica tra il serio e il faceto.
“Se i risultati sono quelli del sondaggio - ha proseguito Bignasca - l’aria dal 2 aprile pomeriggio cambierà. Se arrivo quarto o quinto, vuol dire che ho sbagliato politicamente qualcosa negli ultimi anni, quindi tornerò a fare quello che facevo prima, cioè opposizione”. Anche con due Consiglieri di Stato leghisti? “Ma sì, certo, non li ho mica sposati…”
Un’altra dichiarazione sorprendete di Bignasca riguarda uno dei temi chiavi della legislatura: il decreto Morisoli. “Io di decreti Morisoli non ne voto più, perché poi il problema è che vengono referendati e si va a fare un bagno di sangue popolare che non tiene conto di tutte le sfaccettature concrete. Perché si vota in un modo, ma poi se qualcuno tocca i sussidi di cassa malati, la misura non passerà mai”.
“Non sono pentito di averlo votato - ha aggiunto Bignasca sempre a proposito del decreto Morisoli - ma affrontare le difficoltà del risanamento finanziario con questa spada di Damocle, ormai buoni contro cattivi, da una parte e dall’altra, non fa bene al Canton Ticino. Era un documento giusto come road map, ma da qui a farci tre o quattro anni di campagna elettorale….anche no”.
Parole che non mancheranno di far discutere….