L'ex Municipale del PLR, che lasciò per dissapori col partito: "So che in molti cittadini non hanno capito la mia decisione, ma il contesto sfavorevole di allora non mi avrebbe permesso di costruire e operare in modo proficuo per la nostra città"
LUGANO - Michele Bertini tornerà mai in politica? Colui che da molti era considerato l'erede naturale di Giorgio Giudici e che poi lasciò in modo clamoroso per dissapori col PLR non lo esclude a priori ma per ora la vede come una eventualità lontana. Ne parla al Mattino, in una lunga intervista, dove tocca aspetti politici e lavorativi.
"Tornare in politica? "Non lo so e non lo escludo a priori, ma oggi la considero un’eventualità improbabile nel corto termine", afferma.
E prosegue: "So che tanti cittadini non hanno capito la mia decisione e il calore umano che ancora oggi mi viene manifestato è molto gratificante, vorrei dire loro che le relazioni strette con la popolazione, sono il capitale più prezioso della mia esperienza politica vissuta in quegli anni. Bisogna tuttavia essere realisti e saper prendere delle decisioni, il contesto sfavorevole di allora non mi avrebbe permesso di costruire e operare in modo proficuo per la nostra città".
Bertini ama ancora la politica ma quella di non commentare mai quanto succede è una scelta ben precisa. "Seguo da cittadino interessato i temi, ma non con un ruolo attivo. Ritengo che sia poco elegante sentenziare su ogni aspetto una volta fuori dalla politica. Mi tengo anche in disparte per smorzare sul nascere le speculazioni su mie eventuali candidature che oggi mi sento di escludere. Non è sempre facile gestire questi aspetti. Probabilmente ci saranno speculazioni anche dopo la pubblicazione di questa intervista…. Se l’ambizione personale fosse stata la mia unica preoccupazione, avrei potuto rimanere in politica". Semmai, con che partito? Non ha mai pensato, aggiunge, a un movimento che non sia il PLR, perchè si sente profondamente liberale radicale.
La sua vita ora si svolge in ambito assicurativo. Anche durante l'esperienza in Municipio non ha mai lasciato il lavoro, il che lo ha sicuramente aiutato. "L’attività professionale mi permette di consolidare la mia esperienza in una funzione di responsabilità, confrontandomi con il tessuto economico cantonale. Solo il contatto diretto e in prima persona permette di rendersi conto di quante belle e virtuose realtà operano dal cantone Ticino. Un altro aspetto stimolante è la possibilità di confrontarsi all’interno di una grande azienda, come la Mobiliare e i suoi oltre 6'000 collaboratori. Questo permette contatti e scambi con tutte le regioni linguistiche in Svizzera".
A livello personale non essere più in politica gli ha tolto la pressione di essere sempre sotto i riflettori, serve la comunità facendo volontariato. Un ritorno, quindi, non è escluso a priori, ma appare davvero lontano.