L'ex senatore: "Se dovessero chiedermi di ricandidarmi per gli Stati, sarei indeciso come mai è accaduto nella mia vita"
MELIDE - La telefonata non c’è stata. E finché non arriverà Filippo Lombardi continuerà serenamente a svolgere il suo lavoro di municipale a Lugano. Ma qualora Fiorenzo Dadò dovesse telefonare per chiedergli: "Caro Filippo, te la senti di riprovarci per la corsa agli Stati?"; ecco, a quel punto, “sarei indeciso come mai è accaduto nella mia vita politica”.
Dopo settimane di voci e speculazioni, Filippo Lombardi ha risposto con estrema sincerità all’ipotesi di un suo clamoroso ritorno sulla scena per le elezioni federali di ottobre. Quattro anni fa aveva perso il posto per soli 46 voti, dopo vent’anni alla Camera Alta, a favore di Marina Carobbio. E il capitolo bernese sembrava definitivamente chiuso, soprattutto dopo l’elezione in Municipio a Lugano. Ma forse così chiuso non è, come ha spiegato lo stesso Lombardi durante un’intervista a Detto tra noi, andata in onda ieri su TeleTicino (per rivederla clicca qui).
“Non ho - ha spiegato Lombardi - sentimenti di rivalsa. Sarebbe sbagliato averne, perché candidarsi con questa motivazione sarebbe un punto di partenza sbagliato". Inoltre, ha aggiunto, “la carica di municipale mi sta appassionando”. Ma….
Ma se quella telefonata arrivasse, la domanda lo metterebbe in crisi. ”L’unico criterio che dovrei applicare per decidere è capire dove posso essere più utile negli anni che mi restano da dedicare alla politica: a Lugano o a Palazzo federale? Una risposta non potrei darla da solo, ma dovrei fare un'analisi insieme a molte altre persone”.