POLITICA E POTERE
Danilo Forini: “Colori d’autunno in piena estate, cosa succede ai boschi del Bellinzonese?”
Interrogazione al Consiglio di Stato del deputato socialista. “Al sud delle Alpi si registra un aumento del 35,4% del numero degli alberi morti. Gli effetti causati dalla siccità possono continuare a manifestarsi anche dopo diversi anni”  

di Danilo Forini*

Cosa succede ai boschi del Bellinzonese (e non solo)? A partire dagli scorsi giorni, anche gli sguardi più distratti sono stati colpiti dall’esplosione di colori autunnali di alcuni boschi. In particolare, quelli a basse quote sulla sponda destra del Ticino, in territorio di Bellinzona: ronchi di Pedevilla, Giubiasco, Pianezzo, Camorino.

Intere porzioni di bosco (soprattutto castagni, ma anche tigli e altre specie) completamente seccate a metà agosto!

Recentemente il Consiglio di Stato ha risposto a varie domande in merito alla situazione dei boschi del mendrisiotto dopo la grave siccità del 2022 rassicurando la popolazione che la situazione è costantemente monitorata, che sono già state applicate delle misure - per quanto possibile - sull’intero territorio cantonale, che i danni gravi sembrano essere inferiori al 1%. Tuttavia, si avverte che secondo l’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (Wsl) “gli effetti sugli alberi causati dalla siccità, possono manifestarsi anche dopo più anni dall’evento acuto che li ha messi a dura prova”.

In un articolo della RSI del 30 maggio 2023, lo stesso Wsl indicava che «Al sud delle Alpi si registra un aumento del 35,4% del numero degli alberi morti. Attualmente, più di un sesto degli alberi con un diametro a petto d’uomo di almeno 12 cm è secco e quasi un terzo presenta dei danni. I castagni sono particolarmente colpiti (+32,6% quelli morti, +39,5% quelli danneggiati)”.

La situazione sembra quindi purtroppo comunque molto preoccupante e numerosi esperti - come la ricercatrice del Wsl Alessandra Bottero interpellata già il 19 luglio 2022 - invocano maggiori misure mirate: “la sofferenza dei boschi, sempre più esposti ai mutamenti climatici, rappresenta quindi un fatto inoppugnabile.

Dobbiamo fare qualcosa, non possiamo continuare a sottovalutare la situazione», afferma la specialista del WSL, sottolineando la necessità di “interventi di gestione mirata” per tutelare ecosistemi che, non va dimenticato, esplicano “funzioni molto importanti, come quella della protezione dai pericoli naturali”.

Poche settimane orsono, sempre sui media, si è evidenziato inoltre la continua maggiore diffusione nei boschi della Svizzera italiana della malattia detta Mal dell’inchiostro, causata dall’agente patogeno phytophthora cambivora e che colpisce soprattutto i castagni. Di fronte all’evidenza di un fenomeno estremo e particolarmente visibile anche ai non esperti come quello attualmente presente nel Bellinzonese, si chiede di informare la popolazione sulla specifica situazione.

In particolare:

1. Quali sono i motivi di questo specifico fenomeno di sofferenza del bosco?

2. Questa specifica situazione potrebbe portare a dei danni irreversibili alle piante colpite?

3. Il Consiglio di Stato intende applicare urgenti misure di tutela del patrimonio boschivo in merito a questi apparentemente sempre più frequenti fenomeni?

4. Lo sfruttamento sempre maggiore delle risorse idriche (sorgenti, fiumi, bacini alpini,…) per ragioni del tutto condivisibili, potrebbe tuttavia influire direttamente nell’idratazione del terreno boschivo? Le imponenti trattenute di acqua potabile per bisogni domestici e di produzione elettrica operate in Valle Morobbia potrebbero influire sulla salute del bosco o le due cose non sono correlate?

5. Di fronte ai mutamenti climatici con tutta evidenza in corso, in futuro i limiti in termini di deflusso minimi imposti ad acquedotti e impianti idroelettrici potrebbero essere ritoccati? Verso l’alto (rilasciando più acqua) o verso il basso?

 
* Deputato PS in Granconsiglio

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