Dopo la stroncatura da parte dell'UDC - "Spettacolo imbarazzante" - il deputato leghista interroga il Governo sulla canzone "Sebben che siamo donne" legata al Ticino
BERNA – La celebrazione per i 175 anni della Costituzione federale andata in scena ieri, martedì 12 settembre, a Palazzo federale non è piaciuta a tutti. Già in serata il Gruppo parlamentare dell'UDC l’aveva stroncata senza appello: “Uno spettacolo imbarazzante, al livello dei sabotatori climatici, anziché una celebrazione dignitosa (…). Non si poteva che essere imbarazzati da questo programma - soprattutto di fronte ai rappresentanti dei Cantoni che si erano recati appositamente nella Berna federale. La "celebrazione" si è trasformata in un evento politicamente unilaterale e pieno di stupidi luoghi comuni sulla Svizzera romanda. La parodia dell'inno nazionale da parte di un sedicente cabarettista è stato il punto più basso dell'evento”.
Un’occasione, per l’UDC, per pungere i colleghi del Centro, i presidenti delle due Camere, Martin Candinas e Brigitte Häberli-Koller, rei di aver approvato il programma.
E sui festeggiamenti torna oggi il consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri con un’interpellanza al Consiglio federale dal titolo “Il Ticino rappresentato dalle mondine italiane in occasione dei 175 anni della Costituzione federale”, nella quale definisce la commemorazione “alquanto discutibile”.
È opportuno, chiede Quadri al Governo, “rappresentare musicalmente il Ticino con la canzone italiana “Sebben che siamo donne”, ovvero un canto delle mondine di inizio Novecento, considerato “la prima canzone proletaria al femminile”, quindi con una evidente connotazione locale, politica e di genere? Quale attinenza hanno le mondine italiane del primo decennio del secolo scorso con i 175 anni della Costituzione federale? Risulta al CF che in Ticino ci siano risaie e mondine? Risulta al CF che non esistano canzoni ticinesi? Risulta al CF che il Ticino sia sovrapponibile con la sinistra italiana?”.
Un appunto, in coda alle domande, anche sulle gag sul “Canton Liechtenstein” messe in scena in presenza dell’ambasciatore del Principato, uno sull’opportunità di “dipingere i romandi come avvinazzati che pensano solo all’aperitivo”, e uno sul testo storpiato del salmo svizzero “in versione cabarettistica”. E poi la fatidica domanda: "Quanto è costato lo spettacolo commemorativo proposto all’Assemblea federale ed al Consiglio federale?".