POLITICA E POTERE
Grosse novità: Lega e Centro “fucilano” il taglio dei sussidi di cassa malati
I gruppi parlamentari dei due partiti hanno deciso che non voteranno la misura più controversa del preventivo 2024. Il PLR resta a carte coperte…

di Andrea Leoni

LUGANO - Ieri i gruppi parlamentari di PLR, Lega e Centro sono tornati a riunirsi per affinare le ultime strategie in vista della riunione della Commissione della Gestione di martedì prossimo, chiamata a chiudere la lunga partita sul preventivo e sulla manovra di risanamento. Per approvare il controverso messaggio in Gran Consiglio, occorre un accordo fra queste tre forze politiche.

L’importante notizia che emerge all’indomani della riunione dei gruppi, è che il contentissimo taglio ai sussidi di cassa malati, è ormai defunto. I deputati di Lega e Centro hanno infatti deciso di bocciare la misura, sia quella originaria proposta dal Governo, del valore di 16 milioni, sia quella di compresso, da 14 milioni, messa sul tavolo dai ministri nel corso dell’ultimo incontro. 

“La Lega è sociale: no al taglio dei sussidi”

La prima a smarcarsi su questo punto era stata la Lega, con il capogruppo Boris Bignasca che aveva parlato di “taglio inaccettabile”. Uno posizione che ieri è stata condivisa dai suoi colleghi di gruppo. “Si può fare una revisione dei sussidi di cassa malati - argomenta Bignasca - ma non così. Bisogna farla con molta meno fretta e in maniera più strutturale. Questa riforma va inoltre accompagnata da altri due tasselli: la deduzione fiscale dei premi di cassa malati, come da nostra iniziativa, e la cassa malati pubblica cantonale, i cui lavori stanno procedendo in maniera spedita in Commissione sanitaria. Questa decisione si colloca nell’alveo di una Lega che continua ad essere un Movimento sociale e si smarca da una destra puramente economica. E si inserisce perfettamente nella linea politica decisa dal nuovo coordinatore con la posizione assunta a favore della 13esima AVS in votazione il prossimo 6 marzo”. 

Per quanto attiene la politica del personale, Bignasca afferma che “la Lega sosterrà un blocco delle sostituzioni nell’Amministrazione pubblica di almeno il 20% dei partenti. Vuol dire che ogni volta che vanno in pensione 100 funzionari, se ne riassumono 80. Ci sembra ragionevole. Se verrà mantenuto, voteremo anche il contributo di solidarietà a carico dei dipendenti pubblici. Ma non credo arriverà in aula…”.

Infine, c’è un’ultima condizione posta dalla Lega per votare il preventivo: “Obbligare il Governo a spendere solo i contributi federali per la gestione della politica dell’asilo, rinunciando quindi a far capo ai soldi dei ticinesi”.  


Anche il Centro dice “no”

“Da parte nostra - ci spiega il capogruppo Maurizio Agustoni - non è mai stato un dogma il fatto che il preventivo potesse essere approvato dal Gran Consiglio con un disavanzo diverso da quello ipotizzato dal Governo. Per questo abbiamo deciso che non sosterremo le misure più divisive all’interno del messaggio, vale a dire il taglio degli stipendi dei dipendenti pubblici e il taglio dei sussidi di cassa malati. Sui sussidi ci opporremo a entrambe le proposte attualmente sul tavolo della Gestione”. 

“Con la rinuncia a questi interventi - conclude Agustoni - il preventivo dovrebbe chiudere con un disavanzo di circa 130 milioni (il messaggio presentato dal Governo prevedeva un disavanzo di 95 milioni, ndr), che è ancora nei limiti di legge. Per contro siamo disposti a ragionare, in materia di politica del personale, su una parziale non sostituzione dei funzionari partenti. Incidere sulla massa salariare complessiva dell’Amministrazione pubblica ci sembra un intervento più ragionevole e strutturale, rispetto al taglio lineare e indiscriminato dei salari proposto dal Consiglio di Stato. Il nostro ok definitivo al preventivo resta legato all’approvazione da parte del Gran Consiglio della nostra proposta di affidare un’analisi della spesa pubblica a uno o più enti esterni”. 

PLR a carte coperte

Non si sbilancia Alessandra Gianella. La capogruppo del PLR mantiene le carte coperte: “L’importante è riuscire ad arrivare a un accordo entro martedì prossimo. Per farlo siamo pronti a una discussione con gli altri partiti. Auspico che lunedì, siccome siamo già tutti in Gran Consiglio per la seduta, riusciremo a trovare un momento per riunirci ed accordarci su tutti i punti ancora aperti”. 

Ma dopo le decisioni assunte dai gruppi di Centro e Lega, i giochi sui punti più controversi sono fatti. Non ci sono infatti i numeri per fare altro. L’accordo per sottoporre al giudizio del Parlamento il preventivo nel mese di febbraio, è ormai a portata di mano. 
 
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