“Nella vicenda del misterioso incidente, non si tratta di fare un processo alle intenzioni, ma di esigere a nome dei cittadini delle risposte puntuali, con prove e dati precisi, alle domande poste”
di Fiorenzo Dadò (editoriale di Popolo e Libertà marzo-aprile) *
Ci sono atti politici più difficili di altri da presentare. Domande più scomode, situazioni più spiacevoli da affrontare. In qualità di deputato in Gran Consiglio ho dichiarato fedeltà alle leggi e alla Costituzione, ma anche come Presidente di partito, mi sento investito del ruolo di difensore dei diritti dei cittadini e soprattutto della loro fiducia nei confronti delle Istituzioni.
Credo fermamente che sia questo il dovere principale che i cittadini si aspettano da noi, dopo che, votandoci, ci danno la loro fiducia. Una fiducia, quella tra Stato e cittadino, che viene messa fortemente in discussione quando si lascia tranquillamente serpeggiare il dubbio che i politici possano godere di trattamenti di favore per sistemare le proprie magagne. Personalmente, da cittadino e da politico, mi rifiuto categoricamente di credere che in un Paese, in cui dovrebbe vigere la certezza del Diritto, questo sia possibile. Ecco il motivo della mia interpellanza sul misterioso incidente, a seguito della quale il Ministero pubblico ha aperto un procedimento penale per i reati di favoreggiamento e abuso di autorità.
La Svizzera, il Paese della Giustizia
Il senso comune di una Giustizia uguale per tutti i cittadini, è un valore centrale del nostro essere svizzeri. Quando inizia a vacillare questa certezza, vacillano le fondamenta della democrazia e della forza del nostro amato Paese. Per questo bisogna intervenire, indipendentemente da chi ne è coinvolto. Questo è quanto ci hanno insegnato i nostri avi, con l’esempio. Ed è proprio seguendo questo esempio, mosse da questo valore, che molte persone conducono la loro vita onestamente, educano i propri figli al rispetto del prossimo, trovano la forza per alzarsi ogni mattina e fare bene il proprio lavoro, qualsiasi esso sia.
Tanta incertezza, in un periodo difficile
Dal dopoguerra, mai come ora, la nostra società si è trovata a vivere un periodo pieno di incertezze. L’instabilità geo-politica, guerre sulla porta di casa, scandali bancari, la messa in discussione di valori ritenuti universali e l’esplosione dei costi della vita, stanno diffondendo tra la popolazione una preoccupante sfiducia verso il futuro. È quindi fondamentale agire in modo da trasmettere sicurezza ed essere d’esempio, evitando comportamenti sconvenienti e atteggiamenti non consoni alla carica politica che ricopriamo.
Il cittadino non pretende dai politici un atteggiamento monacale. La santità è un’altra cosa, tutti possiamo commettere errori e nessuno è infallibile. Ma se capita di sbagliare, ci dobbiamo assumere la responsabilità dell’errore di fronte alle leggi. Senza scappatoie, come viene chiesto a ogni cittadino.
I pesci piccoli e i pesci grossi
Quante volte, di fronte ai vari scandali, abbiamo avuto l’impressione che non si sia voluto scavare a fondo o che a doverne subire le conseguenze siano stati i subalterni, i cosiddetti pesci piccoli? Questa impressione, che in taluni casi purtroppo si è rivelata fondata, ha minato la credibilità nelle Istituzioni e in chi è chiamato a far rispettare le leggi, diffondendo un triste senso di ingiustizia tra i cittadini. È semplicemente scorretto che per un inciampo sul sentiero sia unicamente la gamba a doversene assumere la responsabilità, come se la testa che decide, fosse improvvisamente assente ed estranea ai fatti.
Nel caso specifico del misterioso incidente, non si tratta di fare un processo alle intenzioni, ma di esigere a nome dei cittadini ai quali viene chiesto di rispettare le leggi, delle risposte puntuali, con prove e dati precisi, alle domande poste.
* presidente Il Centro