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Politica e Potere
03.05.2024 - 16:440
Aggiornamento: 17:22

Statuto S e Rom: "In Ticino gli stessi problemi di Berna?"

Il Gruppo Lega al Governo: "Anche nel nostro Cantone constatiamo il fenomeno denunciato dal Consigliere di Stato Schnegg?"

BELLINZONA – In un recente articolo apparso sulla Tages Anzeiger, il Consigliere di Stato bernese Pierre Alain Schnegg, responsabile dell’asilo, ha dichiarato che “la maggior parte delle richieste di statuto S sono ora presentate da rom, ed è quello che sento dire anche da colleghi di altri cantoni”. Lo stesso Schnegg pure ha affermato che in molti casi i richiedenti presentano documenti ucraini, “ma in molti casi dubitiamo della loro identità”. Molti richiedenti non parlano né l'ucraino né il russo. E in Ticino? “Se così fosse, al più presto vanno presi dei provvedimenti”. È quanto richiede il Gruppo Lega dei Ticinesi in Gran Consiglio per il tramite di un’interpellanza che vede Alessandro Mazzoleni come primo firmatario.

“Per il politico bernese – si legge – addirittura “lo statuto di protezione S dovrebbe essere sostituito da uno dei permessi di soggiorno ordinari; a condizione tuttavia che le persone interessate siano sufficientemente integrate da condurre una vita indipendente. Quelle che si trovano già qui e che soddisfano tali criteri dovrebbero ottenere un permesso di soggiorno. E quelle che sono appena arrivate dovrebbero in futuro presentare una richiesta adeguata. Un'alternativa all'abolizione totale dello statuto S potrebbe essere quella di concederlo solo agli ucraini provenienti dalle zone del Paese gravemente colpite dalla guerra”.

“Per Schnegg, sembrerebbe infatti che la maggior parte dei nuovi arrivati che dispongono dello statuto S non è più direttamente coinvolta nella guerra in Ucraina: “Non si comportano come rifugiati di guerra, la cui vita e la cui integrità fisica sono minacciate. Arrivano e partono dall'oggi al domani”. Per il Consigliere di Stato bernese l’impressione è che queste persone siano sfruttate da organizzazioni: “C'è una logistica dietro tutto questo. Constatiamo che intere famiglie, a volte più di dieci persone, arrivano e se ne vanno uno o due mesi dopo, una volta ricevuto l'aiuto sociale. In conclusione, nell’articolo si ricorda poi che delle circa 65'000 persone che godono dello status di protezione S in Svizzera, oltre 8'000 vivono nel Canton Berna”.

Alla luce di quanto esposto, ecco le domande sottoposte al Governo:

1) Anche in Ticino constatiamo il fenomeno denunciato dal Consigliere di Stato Schnegg?

2) In Ticino, quanti richiedenti provengono effettivamente dalle zone di guerra?

3) In Ticino, si constata uno sfruttamento dei richiedenti lo statuto S da parte di organizzazioni malavitose?

4) Con riferimento allo statuto di protezione S, più in generale, in Ticino sono già state constatate altre situazioni di potenziale abuso?

5) Quali provvedimenti sono intrapresi nel nostro Cantone per evitare che si verifichino degli abusi, non solo finanziari, a discapito dei nostri contribuenti?

 6) Il nostro Consiglio di Stato, condivide le proposte formulate dal Consigliere di Stato Schnegg per regolare in futuro la situazione dei richiedenti l’asilo provenienti dall’Ucraina?

7) Quante sono complessivamente le persone che ad oggi beneficiano dello statuto di protezione S nel Canton Ticino?

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