POLITICA E POTERE
Sentenza CEDU, i Verdi del Ticino: “Il Cantone sta facendo abbastanza?”
L’interpellanza al Consiglio di Stato: “Come la decisione del Tribunale di Stasburgo influirà sulla politica climatica cantonale? Si stanno adottando misure efficaci per proteggere la popolazione dalle conseguenze del riscaldamento globale?”
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BELLINZONA - Martedì scorso la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha emesso una sentenza storica - occupandosi per la prima volta di responsabilità degli Stati in tema di protezione climatica - che ha dato ragione all’associazione “Anziane per il clima”, la quale accusava la Confederazione di violare i diritti umani a livello ambientale non avendo preso misure sufficienti a tutela della salute dei cittadini (LEGGI QUI).

Questa sentenza implica che la Svizzera riconsideri le proprie misure a protezione del clima e ha di conseguenza ripercussioni anche sulla strategia climatica e sull'adattamento ai mutamenti climatici del Canton Ticino, in particolare per quel che concerne la lotta contro le isole di calore in ambiente urbano e la transizione energetica. È dunque nell'interesse della Svizzera che anche ogni singolo Cantone adotti una strategia climatica efficace.

Oggi, con un’interpellanza - motivata da interesse pubblico e urgenza - i Verdi del Ticino hanno quindi posto sei domande al Consiglio di Stato, per meglio capire cosa significhi per il nostro Cantone la decisione del Tribunale di Strasburgo, giunta peraltro nel giorno in cui il servizio meteo europeo Copernicus ha diffuso dati estremamente allarmanti sul riscaldamento globale. Il mese di marzo 2024 è stato infatti il marzo più caldo mai registrato, ed è il decimo mese consecutivo da record. Ma non basta: nel corso degli ultimi 12 mesi, la temperatura media globale ha oltrepassato di 1,68°C il livello dell’epoca pre-industriale, superando per la prima volta il limite di +1,5°C fissato dall’Accordo sul clima di Parigi, di cui la Svizzera è firmataria.

Gli interpellanti - Samantha Bourgoin, Matteo Buzzi, Marco Noi, Nara Valsangiacomo e Giulia Petralli - chiedono dunque al Consiglio di Stato:

1. Come valuta il Consiglio di Stato l’impatto della sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sulla politica climatica del nostro Cantone?

2. In che modo la sentenza della CEDU influirà sulla strategia climatica del Cantone e come sarà riesaminato l’impatto climatico dei grandi progetti infrastrutturali in programma?

3. Dal punto di vista del Consiglio di Stato, il Cantone sta facendo abbastanza per proteggere efficacemente la popolazione dalle conseguenze del riscaldamento climatico già in atto sulla salute, il benessere e la qualità della vita della popolazione?

4. In quali settori ritiene il Consiglio di Stato possibile migliorare e accelerare le misure di mitigazione e di adattamento a un clima più caldo?

5. Quando verrà pubblicato il piano energetico e climatico cantonale (PECC)? Come ha valutato il Consiglio di Stato le osservazioni di coloro (singoli, partiti o associazioni) che non lo ritenevano sufficiente negli obiettivi concreti proprio nel senso indicato dalla CEDU? Con la pubblicazione del PECC sono previste in contemporanea dei messaggi governativi con delle modifiche legislative volte a mitigare e a favorire l’adattamento al mutamento climatico con misure incisive concrete? E’ previsto di definire a livello legislativo i passi vincolanti da seguire nei prossimi anni per raggiungere gli obiettivi contenuti nel PECC?

6. In seguito a questa sentenza, il governo cantonale intende impegnarsi maggiormente in seno ai vari comitati intercantonali e nei confronti della Confederazione a favore di misure più efficaci a protezione del clima e per rendere il paese più resiliente nei confronti del surriscaldamento climatico già in atto?

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