POLITICA E POTERE
Rampini: "Trump maestro del caos". Bannon vs Musk e la retro di Zuckerberg sulle fake
Tre nomi per cercare di capire, attraverso le loro parole, che cosa sta succedendo nell’America del Presidente eletto

Federico Rampini, Steve Bannon e Mark Zuckerberg. Tre nomi per cercare di capire, attraverso le loro parole, che cosa sta succedendo nell’America di Donald Trump.

Nella sua analisi pubblicata sul Corriere della Sera, Rampini definisce il presidente eletto “maestro del caos e delle esternazioni provocatorie”. E il maestro, “è di nuovo in mezzo a noi. In mezzo, letteralmente: al centro del palcoscenico, con la capacità di imporsi all’attenzione dei media, di ipnotizzare le opposizioni, di scatenare reazioni perfino tra molti governi esteri”.

L’esperienza del precedente mandato presidenziale (2017-2021), scrive Rampini, “dovrebbe ricordarci che esiste una relazione abbastanza tenue fra quel che dice e quel che fa. Si diverte a scatenare fuochi d’artificio quotidiani, del tipo ‘invado la Groenlandia, invado Panama’, e si gusta lo spettacolo delle reazioni”.

Per quanto riguarda l’universo dei social media, un altro successo concreto incassato da Trump contro un suo ex-nemico, annota il giornalista, “è arrivato con l’annuncio di Meta-Facebook, che smantella la sua commissione anti-fake news. Per i democratici, che da anni avevano in Mark Zuckerberg un sostenitore, quella burocrazia interna a Facebook incaricata di dare la caccia alle bugie era un baluardo contro la disinformazione”.

Infatti Zuckerberg, CEO di Meta, ha annunciato in queste ore un cambiamento di rotta che media e analisti leggono come l'ennesimo inchino a Trump e al nuovo clima ideologico della destra, che privilegia l'assoluta libertà di espressione sulla lotta contro la disinformazione e l'odio in rete: “Ci libereremo dei fact-checker e li sostituiremo con note della comunità simili a X, a partire dagli Stati Uniti”, ha spiegato Zuckerberg in un video sui social, escludendo piani immediati per l'Ue e la Gran Bretagna, dove vigono leggi più restrittive che impongono alle società di Big Tech di assumere maggiore responsabilità per i loro contenuti, pena sanzioni pesanti.

Un altro punto di vista cruciale arriva, infine, da Steve Bannon, stratega politico ed ex consigliere di Donald Trump, che ha recentemente espresso preoccupazioni e apprezzamenti riguardo a Elon Musk. In un’intervista riportata dal Corriere della Sera, Bannon ha descritto Musk come una figura rivoluzionaria ma anche controversa. Secondo Bannon, incarna il meglio e il peggio del capitalismo americano: da un lato, è un innovatore senza pari, capace di spingere la tecnologia ai suoi limiti; dall’altro, la sua influenza crescente solleva interrogativi sul controllo democratico delle risorse tecnologiche e sul potere delle multinazionali.

Bannon ha elogiato le iniziative di Musk nel campo dell’intelligenza artificiale e della conquista dello spazio, sottolineando come SpaceX e Tesla rappresentino esempi di eccellenza imprenditoriale. Tuttavia, ha anche lanciato un monito: la concentrazione di potere nelle mani di pochi individui rischia di creare nuove forme di oligarchia tecnologica, con implicazioni per la sovranità nazionale e la libertà individuale.

 

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