L'ex deputato leghista e presidente dell'UDC dice la sua sul nuovo coordinatore e sul futuro del movimento
Pierre Rusconi, lei che è stato un leghista della prima ora e in seguito presidente dell’UDC ticinese, cosa pensa della scelta di Daniele Piccaluga come nuovo coordinatore della Lega e dell’anno di interinato di Norman Gobbi?
Non conosco personalmente Piccaluga. Ho solo avuto modo di vederlo e ascoltarlo in alcune apparizioni in tv. Mi è sembrato pacato e moderato, ma scarsamente determinato. Dovrà lavorare su questo aspetto. L’anno di conduzione da parte di Gobbi è stato di pura transizione, come prevedibile, senza iniziative forti visto il suo ruolo istituzionale.
La Lega sembra alla perenne ricerca di una linea politica convincente. Secondo lei quali sono le origini della crisi e cosa dovrebbe cambiare Piccaluga?
Tracciare una linea quando si gioca su due tavoli (governo e opposizione) è difficile come avere un piede in due scarpe. Replicare il Nano è impossibile: ne nasce uno ogni 100 anni! Risulta pertanto difficile mantenere alto il profilo del movimento senza un leader carismatico delegando il compito a profili diversi e non tutti convincenti. Il ruolo non invidiabile di un vero coordinatore dovrebbe essere quello di assumere su di sè maggiori responsabilità senza spezzettare i compiti che ne derivano. Divenire un vero punto di rifermento!
Lei è sempre stato un fautore della fusione tra Lega e UDC. Ora sta diventando una strada obbligata a medio termine, o la Lega riuscirà a sopravvivere in autonomia?
La destra ticinese dovrebbe unirsi maggiormente, ma credo che solo l’entrata in governo di un esponente UDC potrebbe fungere da maggior collante. Attualmente la Lega è al governo e l’UDC all’opposizione, due ruoli difficilmente compatibili. Se entrambi venissero a trovarsi nello stesso doppio ruolo sarebbero forzate ad una più stretta collaborazione… Poi si vedrà…