POLITICA E POTERE
Lega-UDC, insieme o divisi? Marchesi: "Tutto è possibile..."
Intervista al presidente UDC all'indomani della nomina di Daniele Piccaluga come nuovo coordinatore leghista: "Mi auguro che ridia slancio al Movimento..."
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di Andrea Leoni

Piero Marchesi è rimasto sorpreso dalla nomina di Daniele Piccaluga?
“Non più di tanto. La stampa aveva fatto i nomi di Frapolli e Mazzoleni, ma in quanto vice coordinatore anche Piccaluga poteva essere un’opzione possibile”.

Cosa ne pensa?
“È stato subito criticato per non avere una grande esperienza politica, ma quando sono diventato presidente dell’UDC non ero neppure in Gran Consiglio. Quindi non penso che questo sia un fattore determinante. Conta la voglia di fare e di imparare. Il mio auspicio è che con la sua energia e le sue caratteristiche riesca a ridare slancio alla Lega, consentendole di recuperare gli elettori perduti”

Qui qualcuno non le crederà, lo sa vero?
“Sbagliando. La mia ambizione non è mai stata quella di far crescere l’UDC a discapito della Lega. Alle ultime elezioni, dove noi siamo andati molto bene, e loro sono arretrati, complessivamente come area abbiamo perso qualcosa. Questo vuol dire che una parte degli elettori leghisti sono andati altrove. Quindi che la Lega vada meglio è anche nel nostro interesse”.

Però non può negare che negli ultimi anni proprio voi dell’UDC siete stati una delle spine nel fianco del Movimento, facendogli perdere consensi.
"I voti la Lega li ha persi senza il nostro aiuto. Ricordo anche che Boris Bignasca dopo le elezioni cantonali di 2 anni fa disse che la Lega doveva tornare a fare un’opposizione costruttiva e io dissi che ero d’accordo con lui. Ma questo ruolo oggi lo sta facendo l’UDC. E, lo ricordo sempre, lo facciamo anche a livello nazionale, dove capita regolarmente che il gruppo parlamentare si opponga ai messaggi dei suoi Consiglieri Federali. Trovo che questo sia un metodo sano anche rispetto al ruolo diverso che devono svolgere Governo e Parlamento nel processo democratico. Il problema è che se i leghisti non si oppongono mai ai loro Consiglieri di Stato, rinunciano parzialmente a fare politica, occupandosi solo di 3 Dipartimenti su 5. Ma questo vale anche per gli altri partiti di Governo, ben inteso". 

È un invito a Piccaluga a fare opposizione al Governo del Mulino Bianco?
“Penso che aiuterebbe a rinvigorire un po’ la Lega, ma la linea politica la lascio decidere a lui”.

Ma quindi lei non avrebbe nulla da obbiettare se la Lega di Piccaluga diventasse più pungolante anche nei vostri confronti, come voi avete fatto con loro?
“Tutto fa parte del gioco. L’obbiettivo deve essere quello di costruire un’area di destra sempre più forte. E poi ognuno giochi il proprio ruolo. Al di là delle frizioni che ogni tanto abbiamo avuto, siamo sempre stati molto pragmatici nel badare alla sostanza e nel trovare buone soluzioni per entrambi i partiti”.

A proposito di soluzioni. C’è da negoziare un nuovo accordo elettorale…a che punto siete?
“Le discussioni informali sono già cominciate e ora con la nomina di Piccaluga possiamo finalmente entrare nel merito. Penso anche che il fatto di avere un buon rapporto personale con Daniele, possa facilitare le trattative.  Quindi oggi gli faccio gli auguri per la nomina, ma mi auguro che da domani ci sederemo al tavolo”.

Entriamo nel merito con un esempio concreto allora. Voi per il Consiglio di Stato avete sempre accettato lo schema 3 leghisti e 2 UDC. È ancora un’impostazione accettabile per l'UDC?
“Tutto deve essere discusso e la cosa positiva, a differenza di quanto accaduto con i due precedenti accordi, è che abbiamo tempo per pianificarlo. Un accordo elettorale non si basa solo sulle elezioni cantonali, ma anche sulle federali e sulle comunali. Dobbiamo vedere cosa accadrà con i due uscenti in Consiglio di Stato, ma anche con Marco Chiesa agli Stati e così via. L’obbiettivo è capire qual è l’incastro migliore, se c’è, per far vincere l’area di destra. Per questo la questione del 3-2 sulla lista per il Governo è una delle tessere del mosaico, il cui incastro però dipende anche da altri fattori”. 

Piccaluga non dà per scontata l’intesa. E lei?
“Neanche io. Tutto è aperto. Se guardiamo a quello che è successo a Mendrisio, dove non si è trovato un’unità d’intenti e si è andati divisi, le cose sono andate molto bene per noi e bene anche per la Lega. Quindi insieme o separati? Tutte le opzioni sono aperte. Io ho sempre cercato di collaborare, e questa è l’opzione che preferisco, ma non è l’unica”.

Piccaluga ha detto che si batterà per il mantenimento dei due seggi leghisti e poi che vinca il migliore. Per voi sarebbe accettabile restare fuori un altro giro dal Governo?
“Mi sarei stupito se avesse detto il contrario. Noi lavoriamo perché vinca la destra, ma poi è naturale che all’interno dell’area ognuno dei due partiti punti al massimo risultato in una sana competizione. Quindi, come Piccaluga per la Lega, anch’io farò altrettanto per l’UDC”.

Si è dato una tempistica per chiudere - o meno - l’accordo?
“La tempistica la decideremo insieme a Piccaluga”

Senta, adesso che venite percepiti come un carro vincente, sono in molti a bussare alla vostra porta, anche tra i leghisti. Porte aperte a tutti oppure mettete qualche paletto e magari non accettate qualcuno per rispetto dei vostri alleati?
“Ho adottato una regola. Se uno viene da un altro partito, e non ha posizione di rilievo, di principio entra. Se invece ricopre ruoli istituzionalmente significativi, facciamo un po’ più di attenzione, anche per verificare che non sia un cambio di casacca mosso da puro opportunismo”.

Ce ne sono tanti?
“Ce ne sono abbastanza…”

 


 

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