POLITICA E POTERE
"Nessuna rendita AVS/AI all'Ucraina a spese dei contribuenti svizzeri"
"I pensionati svizzeri devono avere la priorità. Rendite AVS adeguate per la nostra gente, qui, in Svizzera"

BERNA – "La politica svizzera nei confronti dell'Ucraina ci è finora costata oltre 5 miliardi di franchi. Altri 1,5 miliardi sono già stati stanziati nel bilancio. Sono 722 franchi per cittadino svizzero. La conseguenza sono misure di risparmio e tagli al budget per gli svizzeri. Come se non bastasse, e sebbene non sia stato ancora chiarito come finanziare la 13a rendita AVS, la ministra delle assicurazioni sociali del PS Baume-Schneider vuole negoziare un accordo di previdenza sociale con l'Ucraina". Inizia così il duro comunicato del Consigliere nazionale UDC Lukas Reimann contro le rendite AVS/AI all'Ucraina a spese dei contribuenti svizzeri.

"Se dipendesse dalla consigliera federale del PS Elisabeth Baume-Schneider, le rendite AVS/AI svizzere dovrebbero poter essere trasferite direttamente in Ucraina. In questo modo, gli ucraini riceverebbero per sempre una pensione minima AVS nel loro paese, anche se hanno versato solo una piccola somma in Svizzera o, cosa ancora più sconcertante, nel caso in cui i contributi siano stati finanziati dai contribuenti svizzeri. È assurdo e graverà pesantemente per decenni sul nostro principale sistema di sicurezza sociale".

E ancora: "I versamenti minimi per l'AVS degli ucraini con lo status S sono oggi pagati dai comuni con le nostre tasse. I pagamenti sono a carico dei beneficiari svizzeri dell'AVS. Attualmente in Svizzera vivono circa 65’000 persone con lo status di protezione S, che potrebbero avere diritti vitalizi all'AVS/AI se tornassero in Ucraina. Oggi, quando i rifugiati tornano in Ucraina, non vengono pagate loro le rendite AVS, perché non esiste una convenzione di previdenza sociale. Quando lasciano la Svizzera, gli ucraini possono richiedere il rimborso dei contributi AVS versati durante la loro attività lavorativa. Se è il Comune ad aver pagato i contributi, questi non vengono rimborsati. È giusto così: chi ha lavorato può farsi rimborsare i contributi versati al momento del ritorno. Chi non lavora - e questo vale per oltre il 60% di tutte le persone con lo status di protezione S - non riceve nulla. La consigliera federale PS Baume-Schneider sostiene che un accordo di previdenza sociale potrebbe indurre gli ucraini a tornare nel loro paese d'origine. Dimentica che in linea di principio tutti i 43 milioni di ucraini hanno ancora il diritto di entrare in Svizzera e di richiedere lo status di protezione S. La prospettiva di una rendita svizzera a vita, con la quale si può vivere bene in Ucraina, dovrebbe motivare molti a venire in Svizzera. Direttamente dall'Ucraina o da uno stato confinante, dove non esiste una convenzione di previdenza sociale con l'Ucraina".

Secondo l'UDC, "i pensionati svizzeri devono avere la priorità. I rischi finanziari per i nostri sistemi di previdenza sociale sono enormi e il pagamento di pensioni a vita all'Ucraina è completamente ingiusto nei confronti di tutti gli svizzeri che hanno lavorato duramente per tutta la vita e hanno versato contributi all'AVS. La priorità della politica svizzera deve essere data a loro: rendite AVS adeguate e garantite per la nostra gente, qui, in Svizzera".

"Il Consiglio federale - conclude l'UDC - sta definendo le priorità nel modo sbagliato. Per apparire bene a livello internazionale, sembra che ogni mezzo sia lecito, persino mettere a repentaglio e saccheggiare la previdenza per la vecchiaia svizzera. Per l'UDC è chiaro: il Consiglio federale deve interrompere immediatamente i negoziati per un accordo di sicurezza sociale con l'Ucraina".

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