Una sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo ravvisa una disparità di trattamento tra uomini, che ricevono soldi solo fino al raggiungimento della maggiore età del figlio minore, e donne
BERNA - Il sistema delle rendite di vedovanza potrebbe subire una modifica radicale. Non si sarebbero più quelle a vita per le donne che hanno perso il coniuge, ma tutti ne beneficerebbero solo fino a che hanno figli a carico o per un periodo transitorio di due anni. Il Consiglio Federale ha messo in consultazione un documento in tal senso.
La riforma servirebbe a rispondere a una sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, che vede una disparità tra le donne che ricevono una rendita di vedovanza a vita e gli uomini che invece se la vedono accordata solo fino al raggiungimento della maggiore età dell'ultimo figlio, però probabilmente non è estranea al fabbisogno di finanziamento dell'AVS.
In pratica, chi ha figli a carico e perde il coniuge, sia che si tratti di un uomo che di una donna, si vedrebbe versare dei soldi sino al compimento del 25esimo anno del figlio minore, per più tempo se il figlio a carico è disabile. Per chi invece è solo senza giovani in età ancora di studio nel suo nucleo familiare, avrà una rendita per soli due anni, un periodo transitorio per aiutarlo a riorganizzarsi dopo la morte del marito o della moglie.
Se la nuova legge entrerà in vigore, chi adesso beneficia di una rendita di vedovanza continuerà a percepirla se ha più di 55 anni, se invece è più giovane avrà diritto a due anni di contributi transitori e poi più a nulla.
La proposta verrà ora valutata dai Cantoni, che devono rispondere entro il 29 marzo.