Il giornalista: "L'aumento dei fondi propri che la politica vorrebbe imporre alla banca, potrebbe paradossalmente rivelarsi controproducente"
Alfonso Tuor, cosa pensa delle nuove regole che la politica vorrebbe imporre a UBS, in particolare quelle sull'aumento di capitale proprio? Quali effetti positivi e negativi avrebbe una regolamentazione di questo tipo?
"Credo che, come sempre, la politica ha preso la decisione più facile da comunicare alla popolazione, ma non la più efficace. Mi spiego: l'aumento dei fondi propri potrebbe paradossalmente essere controproducente, poiché diminuisce la redditività della banca, spingendo i manager ad aumentare la redditività che vuol dire aumentare i rischi per spingere al rialzo il prezzo delle proprie azioni, sia per non sfigurare rispetto ai concorrenti americani, sia per alzare la propria remunerazione che è spesso legata all'andamento del titolo in borsa. Paradossalmente il fallimento del Credit Suisse è colpa del management della banca ma, e a mio parere, soprattutto della FINMA che ha addirittura concesso al CS di non rispettare le regole sui fondi propri, Questo dimostra che l'aumento dei fondi propri non è una discriminante. La questione è l'onestà e la qualità dei dirigenti dell'organo di sorveglianza che nel caso del CS si è rivelato completamente succube dell'istituto".
Sergio Ermotti ritiene che le regole vigenti siano sufficienti per scongiurare futuri crac. La fine del Credit Suisse, secondo il CEO di UBS, è da imputare al fatto che le norme in vigore non state fatte rispettare da chi doveva vigilare. Sei d'accordo?
"Sono completamente d'accordo ma non è una risposta sufficiente. Quando la crisi è diventata acuta, vi è stata all'inizio di ottobre del 2023, una riunione tra Maurer, Capo del Dipartimento delle Finanze, Jordan, numero uno della Banca Nazionale Svizzera e il Direttore della FINMA. Allora si sarebbe potuto salvare il CS con operazioni diverse. La prima operazione sarebbe stata il collocamento in Borsa delle attività svizzere e il fallimento di quelle estere. Ostacolo: le autorità politiche e monetarie americane che già temevano per la stabilità di Wall Street, già minata dal fallimento di due banche californiane. La seconda operazione: una fortissima iniezioni di liquidità da parte della BNS, un cambiamento totale del management e, se non fosse bastato, la nazionalizzazione dell'istituto. Sarebbe stata la migliore soluzione per il nostro Paese, ma ci sarebbe voluto un coraggio politico che i partecipanti a quella riunione di inizio ottobre non avevano, non hanno e che non sarebbero stati nemmeno in grado di darsi.
Come ogni anno fa discutere il salario di Ermotti. Per il 2024 UBS non ha corrisposto quell'aumento - da 14 a 20 milioni - che molti analisti prevedevano. Come leggere questa mossa? E secondo te è auspicabile, come ritiene una parte del mondo politico, che si arrivi a un tetto salariale per i capi delle banche?
"La risposta dovrebbe essere lunga ed articolata, ma fino a quando viviamo in un mondo dominato dalla finanza la risposta è no".