SECONDO ME
Quei like per cani e gatti che sui social oscurano le storie di umana sofferenza
SECONDOME - Nicoletta Barazzoni: "Sono arrivata alla conclusione che il gatto, il cane e gli animali siano dei salvavite per affrontare le asperità. Ma vorrei che l'indice di gradimento tra loro e il resto dell'umanità finisse almeno con un pareggio..."
di Nicoletta Barazzoni *

Mi chiedo spesso perché quando sui social vengono pubblicate fotografie di gatti o di cani c'è un indice di gradimento elevato, con cui molti esprimono il loro mi piace. Mentre se si pubblicano dei pensieri dedicati a chi affronta il destino su dei barconi, a delle bimbe in lacrime tra le bombe in Siria, o pensieri dedicati a chi è stato colpito dalla malasorte l'indice di gradimento si riduce di molto.

Qualche sparuto mi piace si affaccia più per un automatismo da like incontrollato ma in confronto al gatto che si lecca, o dorme in poltrona, il paragone si perde.

Ora non credo affatto che le persone, gli individui, gli esseri umani, la gente, non abbiano la capacità, o l'abbiano totalmente rimossa, di discernere tra un gatto e degli umani che soffrono ingiustizie d'ogni genere. Mi rifiuto di credere che sia andata persa la capacità innata dell'umano a immedesimarsi nelle disgrazie dei suoi simili, a provare vicinanza e a patire con chi sta male.

Come non credo che siano più importanti i gatti che si leccano e giocano con la pallina da chi fugge dalla guerra. Voglio credere che nessuno è intimamente convinto che i gatti, che dormono in poltrona, rimpiazzano e sono più importanti di un uomo, una donna o un bambino che non hanno da mangiare e da dormire. O che muoiono…

Non ci credo, e nessuno riuscirà a farmi credere, che un gatto lo si ami più di quanto si possa amare un nostro simile perché crediamo che un gatto merita più amore e attenzione di un essere umano, che a differenza degli animali, delude, mente, e del quale è meglio non fidarsi.

Quando mi chiedo perché le fotografie dei gatti sono le più apprezzate mi viene la tentazione limitante di semplificare, pensando che regna un'indifferenza  preoccupante. Ma se rifletto più attentamente e in profondità mi dico che chi ama gli animali si confronta con un essere vivente, confermando la sua capacità di dare e ricevere affetto, e quindi sempre di amore si tratta.

Stiamo davvero vivendo una società la cui complessità ci impedisce di ridurre le nostre preoccupazioni, e ci mette a dura prova, allontanandoci dal vero motivo per cui siamo venuti al mondo.

Le disgrazie e le difficoltà, che ognuno affronta nella vita, non sono di certo visibili perché ognuno si porta dentro il suo vissuto, senza manifestarlo all'esterno. E purtroppo, spesso si è in solitudine, senza condividerlo con nessuno. Non a caso la saggezza popolare tramanda il detto secondo cui ogni nucleo familiare ha le sue gioie e i suoi dolori perché "la casa è fatta di sasso e ogni casa ha il suo fracasso".

L'ampiezza e la velocità con cui questo mondo virtuale, che è il riflesso di quello reale, riesce a raggiungerci ci inonda di notizie che ci turbano, costringendoci a concentrare le nostre piccole gioie sui nostri animali domestici, che ci restituiscono sicurezza e tranquillità, senza chiederci molto in cambio.

Perché il gatto o il cane ci esprimono il loro amore indiscriminatamente con riconoscenza. Sono perciò arrivata alla conclusione che il gatto, il cane e gli animali siano dei salvavite per affrontare le asperità, siano delle presenze rasserenanti, dei piccoli esseri dal potere terapeutico, dei taumaturghi che ammorbidiscono la vita quotidiana perché ci permettono di tenere  acceso il lume dell'amore,  incanalando molte nostre paure, per il modo così amorevole con cui si relazionano a noi. Loro sono diventati indispensabili nella nostra vita.

Sono loro che ci insegnano e ci rendono umani, impedendoci di inaridire, diventare insensibili. A loro dobbiamo gratitudine perché senza di loro, di fronte all'inasprimento della vita, non proveremmo più sentimenti. E questo significherebbe la fine della connessione con tutto e tutti. Anche se, in cuor mio, vorrei che l'indice di gradimento tra i gatti e il resto dell'umanità finisse con un pareggio. O perché no: finisse magari anche con un gioco a somma zero.

* giornalista

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