SECONDO ME
Riforma fiscale, l'analisi di Merlini: "Per rimanere competitivo il Ticino non ha scelta. Ecco cosa deve fare"
Il Candidato agli Stati: "La riforma va sostenuta perché favorirà la creazione di nuovi posti di lavoro. È un passo importante nella giusta direzione"
© Ti-Press / Davide Agosta

*Di Giovanni Merlini

Ogni tentativo di rendere più attrattiva la fiscalità delle imprese e delle persone fisiche si scontra, di regola, con un’obiezione ricorrente. Ossia che aliquote di imposizione più basse favoriscono pochi soggetti a danno della maggioranza dei cittadini, i quali rischierebbero così di vedersi confrontati con le conseguenze di una flessione del gettito fiscale e sarebbero quindi chiamati in futuro a sopportare sacrifici in termini di prestazioni fornite dall’ente pubblico.

È un argomento accattivante ma perlopiù infondato, a maggior ragione laddove si tratta di alleviamenti fiscali mirati e commisurati alla situazione finanziaria dell’ente pubblico che li promuove. La riforma fiscale cantonale approvata dal Gran Consiglio risponde alla necessità del nostro Cantone di adeguare il proprio quadro normativo fiscale ai cambiamenti in atto a livello internazionale e federale. Molti Paesi hanno infatti già deciso o prevedono ampie riforme dell’imposizione delle imprese, allo scopo di incrementare la competitività della loro piazza economica. Negli ultimi dieci anni la media delle aliquote dell’imposta sull’utile delle società è diminuita su scala globale. Continua inoltre a crescere il numero dei Paesi che adottano incentivi fiscali a favore della ricerca e dello sviluppo per attirare attività imprenditoriali innovative, in grado di creare nuovi posti di lavoro qualificati e ben retribuiti.

Una delle conseguenze di questa dinamica è la crescita della concorrenza fiscale a livello internazionale. In Svizzera l’imposizione delle imprese è al centro di sostanziali mutamenti, dettati anche dalla pressione internazionale. Il popolo svizzero ha accolto - con oltre il 66% di voti favorevoli - la nuova legge federale sulla riforma fiscale e sul finanziamento dell’AVS (RFFA) che prevede da un lato l’abolizione dei cosiddetti statuti speciali e d’altro lato nuovi strumenti fiscali compatibili con gli standard internazionali. In questo nuovo contesto tutti i Cantoni hanno deciso o annunciato una diminuzione dell’onere fiscale che grava sull’utile delle imprese, con conseguente aumento della concorrenza fiscale intercantonale. Per rimanere competitivo anche il Ticino non ha scelta: deve ridurre i propri tassi impositivi, pena il forte rischio di delocalizzazione di determinate attività imprenditoriali e di un mancato insediamento di nuove, con il relativo substrato fiscale. La riforma permette di avvicinare l’onere fiscale ticinese per le aziende alla futura media intercantonale, grazie alla riduzione in due fasi dell’aliquota cantonale dell’imposta sull’utile delle persone giuridiche dal 9% al 8% (nel periodo 2020-2024) e poi al 5.5% (dal 2025). Si tratta quindi di permettere a tutte le aziende che operano sul nostro territorio, dalle più piccole alle meno piccole, di esercitare le loro attività in Ticino a condizioni comparabili e concorrenziali con quelle degli altri Cantoni. Le aziende beneficeranno degli appositi incentivi fiscali a favore dell’innovazione (patent box) e della deduzione maggiorata per le attività di ricerca e sviluppo.

La riforma offre dunque un ulteriore tassello a favore dell’innovazione e rafforza la strategia di sviluppo economico del nostro Cantone. Per garantire un equilibrio di fondo è previsto un alleggerimento fiscale a favore anche delle persone fisiche attraverso l’attenuazione del coefficiente d’imposta cantonale al 98% dal 2020 e al 96% dal 2025: l’impatto sul gettito cantonale sarà di circa 60 milioni di franchi, mentre i Comuni non ne saranno toccati. Senza alcun intervento la contrazione del gettito fiscale degli enti pubblici potrebbe invece rivelarsi significativamente superiore.

Va poi evidenziato che ai Comuni è stata rivolta un’attenzione particolare attraverso specifiche misure che consentono di attenuare l’impatto finanziario degli sgravi per le imprese e di aumentare l’autonomia comunale in materia fiscale e finanziaria, favorendo soluzioni adeguate ai singoli enti locali. A loro favore è inoltre previsto il riversamento annuo di 9 milioni di fr. da parte del Cantone, come pure la facoltà di differenziare il prelievo fiscale tra persone fisiche e persone giuridiche, entro determinati parametri, a partire dal 2025.

Sosteniamo dunque questa riforma che favorirà la creazione di nuovi posti di lavoro. È un importante passo nella giusta direzione.

*Candidato al Consiglio degli Stati

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