SECONDO ME
Polo sportivo, l'analisi critica di Guido Tognola: "Il Municipio rivaluti l'investimento. Coerenza e costi sono sostenibili?"
Guido Tognola, presidente della sezione Plr di Lugano: "Qualcosa, dobbiamo ammetterlo, nel bando di concorso non è andato per il meglio. Ecco cosa penso sul Polo sportivo e degli Eventi..."
TIPRESS

*di Guido Tognola

Il 14 giugno 2009 il 'Mattino della Domenica' a firma di Giuliano Bignasca e Lorenzo Quadri, titolava con la consueta sobrietà 'Lugano Città delle mitomanie!!' I due autori si riferivano al progetto, allora stimato a 200 milioni di franchi, del polo sportivo di Cornaredo (ora Pse-Polo Sportivo e degli Eventi) definendo il complesso 'una cattedrale nel deserto: meritevole unicamente di finire definitivamente in un cassetto' anche perché, continuavano, '...lo sanno anche i paracarri: al pubblico gli oneri, al privato i guadagni'. Soprassiedo sul pensiero dei due autori in merito alle Torri, o sulla paventata minaccia di referendum, o sostenere che tale operazione fosse tutto salvo che anticiclica (ricordo che il 2009 fu anno di crisi).

Sono passati 11 anni. La coerenza, vista la posizione dell’attuale Municipio a maggioranza leghista, sarà anche, come sostenuto da qualcuno nel passato, “la virtù degli stolti” ma permettetemi qualche dubbio in merito: che si tratti di mero opportunismo elettorale? Di miopia nel valutare l'attuale realtà? Oppure non si vuol capire quello che ci aspetta nel prossimo futuro? Da più parti leggo con insistenza che i nostri politici dovrebbero avere più coraggio e procedere senza più indugi nell'operazione Pse, così come il Municipio ha presentato e il Consiglio Comunale votato. Personalmente ritengo che il coraggio sia l'affrontare la paura derivante da un pericolo. Non riconoscere la paura del pericolo significa semplicemente essere incoscienti, non coraggiosi. 

La crisi pandemica ha rivoluzionato, anche nei conti, il nostro mondo. Il domani che ci aspetta dovrebbe farci riflettere già oggi con grande attenzione e senso civico, ridefinendo le priorità con la consapevolezza del rischio, se non la certezza, di risorse più scarse, deficit pubblici importanti, commerci, ristorazione, turismo in molti casi in difficoltà e la quasi totalità di altri settori economici in forte crisi. Se non ci sarà una rapida ripresa della domanda, soprattutto mondiale, ci si può solo attendere a un forte rialzo di fallimenti e disoccupazione, con tutto quello che comporteranno.

Non entrerò nel merito delle cifre inerenti all’investimento complessivo del Pse, altri l’hanno già fatto o lo faranno. Mi limiterò semplicemente a poche altre constatazioni: qualcosa nel bando del concorso per il Pse, ammettiamolo, forse non ha funzionato al meglio. Altrimenti come ci si spiega che a concorrere veramente sia stato un solo gruppo, fra l’altro con al suo interno un portatore d’interesse? Possibile che oltre al secondo gruppo, che volutamente non ha rispettato i requisiti del bando, criticandoli apertamente e pubblicamente, nessun altro dei 9 iniziali vi abbia partecipato? Come spiegarsi l'ostinazione nel volere traslocare, a costi quasi ignoti ma certamente spropositati, l'amministrazione dal centro in una delle famose torri? Tra l’altro sia lo studio di Espace Suisse commissionato dal Municipio sia gli operatori del commercio e della ristorazione sono assai critici in merito.

Di fronte alla crisi innescata dal coronavirus, di cui non conosciamo ancora i costi, anche sociali, e della spesa corrente negli ultimi anni costantemente in aumento, non sarebbe opportuno rivalutare un investimento così importante da determinare sia l'aumento di più punti percentuali del moltiplicatore d'imposta comunale (alcuni sostengono addirittura un +5%), sia dell'indebitamento cittadino che rischierà di superare quel miliardo, ritenuto da alcune forze politiche oggi maggioranza in Municipio, il punto di non ritorno? E ciò in un momento storico dove fondamentale è mantenere il più possibile intatto il potere d’acquisto di tutti i singoli cittadini, non d’impoverirli ulteriormente. Non si contesta in nessun modo la necessità di nuove strutture sportive che non soltanto i nostri giovani richiedono, con ragione, e che necessitano con grande urgenza. Anzi, è nostra responsabilità, dopo anni d'attesa, fornirle e promuoverle, ma il coraggio sta nella virtù tutta elvetica della ragionevolezza. Sta nel riconoscere, ammettere e correggere sbagli che potrebbero costare molto a tutta la comunità e soprattutto a quella parte più debole che non ha sicuramente vissuto il lockdown comodamente distesa a bordo piscina, o che non avrà mai la possibilità di vivere in quei nuovi immobili residenziali previsti ex-novo dal progetto Polo Sportivo e degli Eventi.

*Presidente PLR sezione di Lugano 

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