L'ex direttore del Teatro Sociale: "Officine? Rischia di diventare la classica Cattedrale nel deserto: un ennessimo non-luogo?"
*Di Renato Reichlin
L’altro giorno ho visitato l’esposizione dei 5 progetti selezionati per la riqualificazione dell’area delle Officine FFS da cui nascerà il “Nuovo Quartiere Officine” di Bellinzona. Una conferma: la fantasia non è andata al potere, e men che meno la creatività e la sensibilità per il contesto urbano e la sua storia.
Un’ipotesi: l’Accademia di architettura di Mendrisio sforna i suoi migliori talenti altrove, in paesi e continenti lontani… Il risultato: la storica “Cattedrale” delle Officine rischia di diventare la classica Cattedrale nel deserto: il deserto delle idee, dell’architettura senza qualità. Un ennesimo non-luogo?
L’aria sembra quella della solita speculazione edilizia, che tuttavia nel caso specifico porterebbe in Città (oltre tutto ai margini di un quartiere protetto come quello di S. Giovanni) l’architettura anonima e banale di troppe periferie anche nostrane. Altro che “*riqualificazione” dell’area: qui sembra esserci soprattutto la sua mortificazione.
Naturalmente i progetti sono accompagnati da testi che sfiorano il lirismo poetico: gli architetti sono bravissimi a raccontare favole e a riscattare sul piano delle parole ciò che manca su quello progettuale. Immagino l’eccitazione della Commissione giudicante a sentir parlare di ”dialogo” tra la Cattedrale e Castelgrande: dal portale della prima si può scorgere il secondo. Pelle d’oca assicurata…
È comunque vero che il progetto scelto dagli esperti è il migliore (o il meno peggio…basta poco…) dei cinque: più aperto verso la Città, meno “ghetto" chiuso su se stesso e con incoraggianti sforzi di redenzione ecologica.
Per curiosità, non posso non invitare i miei concittadini a visitare anche solo il sito web delle Officine Grandi Riparazioni di Torino (OGR, ex-stabilimenti di manutenzione di veicoli ferroviari) per farsi anche solo un’idea di come potrebbe profilarsi un progetto di riqualifica.
Comunque pare che le Autorità stiano già correndo ai ripari: considerando anche ciò che è già sorto in certi quartieri e nelle periferie della Città sia a sud che a nord, stanno valutando di adattare il nome della Città alla situazione: da Bellinzona a Brüttinzona…
Ironia a parte, Bellinzona merita di più. I Bellinzonesi hanno a cuore la propria Città e lo hanno spesso concretamente dimostrato battendosi per il rispetto della sua storia e per rivendicare il diritto alla bellezza, opponendosi a certi sfregi: pavimentazioni snaturanti, abbattimenti di alberature caratterizzanti (Piazza Simen, Viale Stazione) e di edifici di valore monumentale come il Teatro Sociale, che mi ha visto con altri in prima linea, che ho diretto per 14 stagioni e che mi induce ora a dissociarmi sia dalla democrazia della bruttezza che dalla globalizzazione architettonica.
*cittadino deluso ed ex direttore del Teatro Sociale di Bellinzona e di Lugano in scena