Il presidente del PPD: “È all’orizzonte un periodo di veti incrociati e referendum proprio quando avremmo bisogno di positività”
di Fiorenzo Dadò (editoriale di Popolo e Libertà) *
Le finanze cantonali non navigano in buone acque, ma le ricette di risanamento messe sul tavolo sono difficilmente applicabili. L’UDC vuole usare il macete e tagliare sulla spesa (quindi anche nel sociale) mentre i socialisti propongono di aumentare le imposte. Il PPD vede la questione in modo più equilibrato; prima di decidere come agire e chiedere eventualmente dei sacrifici ai cittadini, ritiene necessario analizzare seriamente la struttura della spesa in termini di efficacia ed efficienza, quindi capire se i 4’000 milioni di franchi del budget statale vengono spesi tutti nel migliore dei modi o se ci sono concreti margini di miglioramento. Solo in seguito si potranno proporre delle misure, con cognizione di causa.
Una votazione dagli effetti perversi
A maggio la popolazione verrà chiamata a esprimersi sull’iniziativa di Sergio Morisoli (sottoscritta anche da Lega e PLR) per il taglio generalizzato alla spesa. Una votazione senza effetto pratico e quindi inutile, ma con risvolti inquietanti perché darebbe teoricamente a Governo e Parlamento l’autorizzazione politica per tagliare i servizi ai cittadini o aumentar loro le imposte. È pertanto all’orizzonte una stagione di veti incrociati e referendum che condannerà il Cantone all’immobilismo, proprio in un periodo in cui avremmo bisogno di positività, incentivi e collaborazione.
Finanze: risanare o spendere?
A doverci preoccupare seriamente è l’effetto perverso che questa discussione sta generando. L’ossessione oggi per il risanamento delle cifre, risulta inversamente proporzionale al coraggio di investire nel futuro dei giovani, ad esempio per affrontare un problema serio come quello del calo demografico. I dati ci indicano una drastica diminuzione delle nascite (la peggiore in Europa), un generale invecchiamento della popolazione, la crescente fuga dei giovani per altri lidi più attrattivi e un calo di domiciliati. In parole povere, se non si interviene con proposte innovative, incentivi seri e mezzi cospicui, assisteremo a nuovi problemi economici e sociali, le cui ripercussioni si possono immaginare.
In un recente convegno organizzato da Coscienza Svizzera è emerso che, oltre alla perdita di attrattività del Ticino, vedremo accrescere la spesa sanitaria, assistenziale e previdenziale fino all’insostenibilità. Anche il mercato del lavoro cambierà, cioè i giovani di oggi saranno costretti a lavorare più a lungo per finanziare la pensione. La vicina Italia, con problemi simili ai nostri ma indebitata fino al collo, grazie al programma EU Next Generation investirà moltissimo; cinquecento milioni di euro ai nostri confini nelle sole province di Como e di Varese. E noi? Che facciamo? Pur essendo la nazione meno indebitata al mondo non siamo in grado di allestire un programma e prevedere un investimento strategico degno di questo nome.
* presidente cantonale del PPD