Fiorenzo Dadò: "Le ricette che funzionano e che servono a rimetterci in careggiata, in ogni caso, chiedono coraggio e non hanno il braccino corto"
*Di Fiorenzo Dadò, presidente cantonale PPD
Come politici sbagliamo clamorosamente se ci limitiamo a credere che l’emergenza in questo momento siano le finanze in rosso del Cantone o la crisi generata dalla pandemia. E perpetueremmo lo sbaglio se si continuasse a infondere paure e negatività, senza analizzare e capire fino in fondo che la più grande sfida per il nostro futuro è di ben altra natura e il Paese ci sta chiedendo positività e coraggio.
La sindrome del Fondo del sacco
Il Ticino sta (in estrema sintesi) soffrendo per la denatalità (tra le più basse al mondo), per la fuga dei giovani che non hanno prospettive, per un esodo (limitato, ma in aumento) di pensionati sessantenni verso lidi meno esosi, per il conseguente invecchiamento della popolazione e quindi per una preoccupante perdita di attrattività generale; tutto ciò è riassumibile nel costante calo della popolazione residente annunciato dall’ufficio della statistica. Un problema complesso, che non ha soluzioni semplici, ma che sta contribuendo a rafforzare nei giovani l’idea che il futuro per loro sarà altrove, così come lo era per i nostri avi descritti da Plinio Martini.
Il tema è al centro del dibattito, grazie a Coscienza svizzera
Nessuno ha la soluzione in tasca. Pertanto dobbiamo unire le forze, le intelligenze e affrontare con positività la questione, senza veti o chiusure; solo così potremo uscirne in modo soddisfacente. Il nostro plauso va al comitato di Coscienza Svizzera che, in assenza dello Stato che per ora sottovaluta clamorosamente la questione, ha posto il tema al centro del dibattito attraverso articoli e conferenze, per poi assumersi l’impegnativo compito di riunire per due giorni attorno al tavolo tutti gli interessati, in un convegno sul malessere del Canton Ticino, con la partecipazione di specialisti e del mondo economico. Lo scopo è quello di creare cultura, conoscenza e dibattito nella società civile sulla più grande sfida che ha di
fronte la nostra civiltà, Ticino incluso.
Investire per i giovani o risparmiare?
Recentemente una risicata maggioranza del Gran Consiglio (Udc, Lega, Plr), dopo un lungo dibattito, si è schierata per chiedere al Governo tagli e limature per sanare le finanze entro il 2025. Per quanto gli sprechi e gli eccessi - così come le spese faraoniche ed eufemisticamente chiamate “investimenti” che nulla portano ai cittadini - vanno combattuti, in sala non si è sentita la preoccupazione per questo problema. Questo deve farci riflettere, in quanto cozza drasticamente con la necessità impellente di investire seriamente sulle nuove generazioni e per l’innovazione nel Paese. Gli stati in Europa che hanno investito massicciamente per i giovani, la famiglia e i figli, hanno visto i tassi di fecondità risollevarsi. Le ricette che funzionano e che servono a rimetterci in careggiata, in ogni caso, chiedono coraggio e non hanno il braccino corto.
*Tratto dall'editoriale diPopolo e Libertà