"Non si tratta solo di una lista di concetti da imparare a memoria, ma di una porta che conduce al rafforzamento della personalità dei giovani e delle giovani, poiché consente loro di connettersi alla realtà, al proprio ruolo nella società"
di Simona Genini*
“Le parole della politica” è l’ultima pubblicazione di Franco Celio, granconsigliere del PLRT per un ventennio e tuttora acuto osservatore della realtà ticinese. Sappiamo tutte e tutti quanto siano importanti le parole, in ogni campo della vita, poiché sono uno degli strumenti principali per entrare in relazione con gli altri, esplorare la realtà, percepirne la bellezza ma anche confrontarsi con la sua complessità.
La mia partecipazione alla presentazione di questo libro giovedì scorso non nasce dal nulla, ma è l’ultimo capitolo di una relazione di stima che dura da oltre un ventennio e di cui l’autore ha voluto ricordare l’origine nella sua dedica alla mia copia: “In ricordo dell’iniziativa “Riscopriamo la civica””, iniziativa che lanciammo nel 2000 come Giovani liberali radicali, GLRT (giovani allora giovani ancora, almeno nello spirito).
L’iniziativa riuscì, ma la ritirammo nel 2001 quando la Commissione speciale scolastica diede al Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport, DECS, gli indirizzi generali per consolidare l’insegnamento della Civica e il Parlamento votò questo principio. Tuttavia, fummo troppo ottimisti, poiché quelle premesse non si realizzarono e occorse un ulteriore atto parlamentare di Franco Celio e un’altra iniziativa proposta da Alberto Siccardi e accettata in votazione popolare nel 2017 (“Educhiamo i giovani alla cittadinanza, diritti e doveri”) per vedere finalmente realizzato un programma di insegnamento della civica tale da fornire ai giovani delle basi reali per comprendere il funzionamento del nostro Paese e la forza dei suoi valori, e penso in particolare al federalismo e della democrazia diretta.
Se penso al mio percorso di crescita, ricordo di essere “inciampata” nella civica diverse volte senza mai comprenderne l’importanza. Non me ne vogliano gli insegnanti di allora, me ne prendo le responsabilità, tuttavia solo molti anni dopo mi sono resa conto che quello che era mancato per appassionarmi prima al nostro sistema politico era stata la sua declinazione nella vita reale.
Perché la civica è importante? Perché ci permette di capire, spiegandoci il funzionamento del nostro sistema politico, che ognuno di noi può fare la differenza. Tutto evolve, nascono nuove idee e nuovi bisogni generazione dopo generazione: la civica ci fornisce la comprensione e gli strumenti per essere parte attiva del cambiamento. Non si tratta solo di una lista di concetti da imparare a memoria, ma di una porta che conduce al rafforzamento della personalità dei giovani e delle giovani, poiché consente loro di connettersi alla realtà e al proprio ruolo nella società, cambiandola dall’interno.
Si tratta di un tema che mi sta a cuore, poiché dal valore e dall’importanza che si dà alla civica dipende, almeno in parte, il futuro del nostro sistema politico. È dalla civica che inizia il percorso per riavvicinare i giovani e le giovani alla politica. La civica è un seme che crescendo li porterà a partecipare, dialogare, esprimersi, confrontarsi e portare un prezioso contributo alla società. Nell’interesse di tutte e di tutti noi.
*membro della Direttiva e del Comitato cantonale PLRT