Per la prima volta in Svizzera, un’iniziativa che parte “dal basso” per far riconoscere le due storiche tradizioni viventi rurali come beni immateriali
LUGANO - "Raccogliere diecimila firme non basta, sarebbe un flop". Non ha usato mezze parole Simona Genini, portavoce del gruppo che ha lanciato una ambiziosa petizione che punta a inserire altri due tesori ticinesi nella lista del patrimonio dell’umanità UNESCO, quali beni immateriali, insieme alle Processioni storiche di Mendrisio che ne fanno parte dal 2019.
Al centro dell’attenzione due manifestazioni popolari storiche per il Sottoceneri: le fiere di San Provino ad Agno e di San Martino a Mendrisio. Fiere popolari che risalgono rispettivamente al Quindicesimo e al Diciassettesimo secolo, già riconosciute come "tradizioni viventi" dall’Ufficio federale della cultura.
In entrambi gli eventi, protagonista è il settore rurale, grazie all’esposizione di bestiame, macchinari e strumenti agricoli, oltre a prodotti di artigianato e gastronomia del territorio. La Fiera di San Martino si svolge attorno all’11 novembre e comprende un intero fine settimana: la Fiera di San Provino ha invece luogo nel fine settimana più vicino all’8 marzo, e il lunedì seguente.
"Dobbiamo dimostrare quanto queste due fiere siano vive", ha detto Simona Genini ai giornalisti riuniti per la presentazione del progetto, ricordando che "si ripetono ogni anno da secoli, salvo rare interruzioni, e offrono una visione d’insieme sul mondo rurale ticinese". Ma non si tratta solo di agricoltura: "Il Ticino deve trovare nuovi modi di presentarsi a un mondo disperatamente a caccia di autenticità, e queste fiere mettono in vetrina tutto il nostro patrimonio di usi, tradizioni e curiosità che aspettano di essere riscoperte e valorizzate".
L’iniziativa è stata lanciata da un gruppo composto da Simona Genini, Frank (Lupo) Moser, Maurizio Taiana, Matteo Quadranti e dalle associazioni Gioventù rurale del Mendrisiotto e del Luganese. Alla conferenza stampa era rappresentato anche il Club per l’UNESCO Ticino, grazie alla presenza della presidente Eleonora Traversi e di Elisabetta Ghini, che hanno espresso sostegno per la petizione.
I prossimi passi prevedono la raccolta delle firme, che – come anticipato in apertura – si propone obiettivi numericamente molto significativi. Una volta accumulate abbastanza adesioni, la procedura si annuncia laboriosa. Il riconoscimento delle due fiere come bene immateriale dell’UNESCO dovrà essere proposto al Cantone e poi trasmesso alla Confederazione. A Berna è infatti assegnato il compito di scegliere quali "tradizioni viventi" potranno in futuro essere sottoposte all’UNESCO.
La speranza, per i promotori, è che il fatto di essere partiti "dal basso" – una prima svizzera, a livello procedurale – possa fare la differenza agli occhi delle autorità superiori. Sempre che, ovviamente, le firme arrivino in gran numero. "Siamo convinti che ce la faremo a suscitare interesse fra la gente", rassicura Simona Genini: "Sappiamo di essere solo al primo passo di un lungo percorso, ma non abbiamo fretta e siamo sicuri che la nostra petizione, comunque vada, attirerà attenzione ed entusiasmo attorno a due eventi che lo meritano".