"Non demorderemo fino a che non avremo raggiunto un obiettivo essenziale per uno sviluppo sano della società e dell’economia"
di Davina Fitas *
Nella Giornata internazionale della Donna OCST donna-lavoro chiede con forza un’azione concreta nel mondo del lavoro, nella società e nella politica sulla parità. La parità salariale è ancora lungi dall’essere raggiunta e questo è totalmente inaccettabile. Non solo si fa troppo poco per realizzare quanto previsto dalla Costituzione del nostro Paese, ma, rivendicando una parità al contrario, le donne vengono penalizzate ulteriormente, come è accaduto con la riforma dell’AVS.
Combattere la discriminazione salariale
La discriminazione, cioè la parte della disparità salariale che non è spiegata da fattori oggettivi è da combattere con decisione. Tuttavia la riforma del 2020 della Legge sulla parità, che entrerà in vigore in tutti i suoi aspetti il 1. luglio di quest’anno, è debole perché non prevede sanzioni. Per questo l’OCST insieme a Travail.Suisse promuove Respect8-3.ch, il portale in cui segnalare le aziende che hanno provveduto a certificare il rispetto della parità salariale e quelle che al contrario si rifiutano di farlo.
La disparità salariale? Si cancella con una migliore condivisione dei compiti nelle famiglie e nella società.
Una parte della disparità salariale è spiegata da differenze nel livello di formazione, esperienza e carriera. Anche questa differenza va combattuta perché dipende della limitata condivisione dei compiti educativi e di cura, non solo dei bambini, ma anche dei malati e degli anziani! L’impegno importante assunto dalle donne in ambito familiare rende più difficile un coinvolgimento a tempo pieno nell’ambito lavorativo e questo le penalizza a livello di carriera e, di conseguenza, salariale.
Per questo è essenziale insistere anche su questo punto: una condivisione equa del lavoro educativo e di cura. E questo è possibile se all’interno delle famiglie entrambi i genitori hanno la possibilità di dedicare una parte del proprio tempo alla famiglia. Le giovani e i giovani hanno ben capito questa necessità alla quale le aziende si devono adeguare per colmare la carenza di personale a tutti i livelli. Per questo proponiamo di favorire l’accesso al lavoro a tempo parziale anche per gli uomini, l’accesso ad impieghi di responsabilità anche a chi lavora part time e la riduzione della settimana lavorativa.
Riforma LPP: le donne non sufficientemente sostenute
Il gender pension gap (la differenza di rendita tra uomo e donna al momento della pensione) raggiunge il 37%. Si tratta di un fatto scandaloso dovuto in particolare alla struttura della LPP che non assicura sufficientemente i redditi più bassi. Dopo l’inutile sacrificio chiesto alle donne con la riforma AVS, la riforma della LPP in atto non risolve adeguatamente questi problemi e tiene in maggior conto gli interessi degli assicuratori e dei datori di lavoro piuttosto che degli assicurati. A questo genere di politiche diciamo basta! Anche per questi motivi è importante che sempre più donne partecipino attivamente alla vita politica e vengano sostenute.
Sciopero del 14 giugno
Per questo anche il 14 giugno 2023 le donne faranno sentire la propria voce nelle piazze di tutta la Svizzera! Non demorderemo fino a che non avremo raggiunto un obiettivo essenziale per uno sviluppo sano della società e dell’economia: la parità!
* Responsabile OCST donna-lavoro