SECONDO ME
L'appassionata lettera al Governo dei docenti di Minusio: "Potremmo dirvi che ci sentiamo sempre più soli nel nostro compito..."
"Lo Stato deve essere d’esempio nella società, il primo a difendere la dignità delle persone, dei lavoratori"
TiPress/Elia Bianchi

di Andreas Kohler (lettera inviata a Governo e Parlamento) *

I docenti delle scuole comunali di Minusio con la presente manifestano il loro dissenso e la loro preoccupazione verso ulteriori passi che peggioreranno le condizioni salariali a fronte di un onere lavorativo accresciuto in modo esponenziale nel corso degli ultimi anni. Siamo quindi fermamente contrari all’ennesimo mancato riconoscimento del carovita e alla decurtazione dello stipendio attraverso il contributo di solidarietà, che si aggiungono all’inquietante situazione del nostro sistema pensionistico.

Per motivare la nostra disapprovazione potremmo farvi l’elenco delle decisioni politiche che negli anni hanno portato a un peggioramento delle nostre condizioni di lavoro; altri l’hanno già fatto, probabilmente meglio di quanto potremmo fare noi.

Potremmo elencarvi le mansioni e le responsabilità che si sono aggiunte, e che costantemente aggravano il nostro onere lavorativo, anche se, come sempre, ci sarà chi ci taccerà di categoria privilegiata.

Potremmo farvi l’elenco delle volte in cui ci sembra che vengano investite risorse economiche importanti nella scuola, senza che queste abbiano un riscontro effettivo e sufficiente nelle attività scolastiche, con il rischio di passare per arroganti e ingrati.

Potremmo dirvi che ci sentiamo sempre più soli nel nostro compito.

Potremmo farvi l’elenco di tutto quello che facciamo per la scuola fuori dal nostro orario lavorativo e dalle nostre mansioni solo perché abbiamo a cuore i nostri allievi e il loro futuro. Potremmo avvisarvi di come il contesto attuale stia minando la motivazione di tanti, le cifre e le ricerche parlano meglio di noi.

Ma sentiamo che tutto questo non è il nodo centrale da sciogliere.

Quello che è in gioco non è solo una questione settoriale di percentuali, di aumenti, di tagli, di soldi. Si tratta di una questione più profonda. Qual è la visione che si cela dietro le decisioni paventate? Il preventivo e la riforma tributaria sembrano spingere in una direzione che ci desta preoccupazione per il futuro di questo Cantone e del suo fondamentale lavoro per il benessere della comunità.

Noi lavoriamo per il futuro e con il futuro tutti i giorni. Come tanti altri siamo al servizio dello Stato e crediamo nello Stato. Chiediamo che la politica faccia altrettanto. Credere nello Stato per noi significa anche credere nei suoi collaboratori, significa dar loro i mezzi per fare il proprio lavoro e investire per dare servizi alla popolazione.

Noi in classe siamo il primo esempio per i nostri allievi, cerchiamo in ogni momento di comportarci di conseguenza. Lo Stato deve essere d’esempio nella società, il primo a difendere la dignità delle persone, dei lavoratori.

Come ogni giorno in classe lottiamo per la riuscita di tutti gli allievi, anche oggi, nei confronti delle misure paventate, la nostra lotta è per tutti, per tutti i dipendenti dello stato ma anche per tutti gli altri lavoratori: è tempo di riportare la considerazione delle persone e del lavoro al centro.

Speriamo che il dibattito pubblico e le numerose voci critiche con le quali siete confrontati portino a un cambio di rotta nella gestione del personale del nostro Cantone. Vorremmo poter tornare a portare con orgoglio l’etichetta di docenti, maestri, dipendenti pubblici al servizio dei cittadini del nostro Cantone. Vorremmo poter tornare a sentirci una risorsa e non un peso da alleggerire.

* a nome del collegio docenti dell’istituto scolastico di Minusio

 

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