Il capogruppo del Centro, con pungente ironia, fa il pelo e il contropelo alla Fondazione delle Processioni storiche di Mendrisio per la decisione di "cancellare" i Mori dalla rappresentazione
di Maurizio Agustoni*
Da quando abito a Mendrisio, partecipo con grande emozione alla Processione del Giovedì Santo. In un paio di occasioni ho vestito il ruolo di discepolo e - in entrambe le occasioni - le validissime truccatrici mi hanno applicato una una rigogliosa barba finta. La ragione è abbastanza semplice: secondo la tradizione i discepoli erano barbuti e io sono sbarbato. Probabilmente c'è una scarsa sensibilità nei confronti dei portatori di barba, per cui la Fondazione delle Processioni storiche non si è ancora sentita in dovere di vietare questa discutibile pratica.
È andata diversamente per i cosiddetti "Mori" che formano la corte di Erode Antipa, dato che - apparentemente - scurire la pelle di una persona per renderla più aderente a un personaggio sarebbe offensivo (non si capisce bene per chi, dato che in 400 anni di Processioni non si registrano particolari rimostranze). La Fondazione ha spiegato che "non rinunceremo ai personaggi, non avrebbe senso, ma soltanto al trucco facciale". In pratica - se capisco bene - ci saranno ancora i "Mori", ma non saranno necessariamente mori.
Si può forse discutere se abbia senso infilare dei "Mori" in una rappresentazione della Passione, dato che di mori non si fa alcuna menzione nella Bibbia. Si può forse discutere sull'ingenuità del trucco (la pelle nera del corpo è "ottenuta" indossando abiti scuri). Mi sembra invece lunare sostenere che un caucasico non possa truccarsi per interpretare una persona di pelle scura. Così come sarebbe assurdo sostenere che una donna non possa truccarsi per interpretare un uomo. La recitazione, per definizione, è fingere di essere qualcuno che non si è.
Se per interpretare un personaggio bisogna essere quel personaggio, allora non ci sarebbero più né teatro, né cinema, ma solo reality show. È comunque consolante che questo scrupolo "politicamente corretto" abbia contagiato solo ora il Magnifico Borgo; altrimenti il buon Rodolfo Bernasconi, per interpretare la mitica Palmira, avrebbe dovuto rinunciare a parrucca, rossetto e fondotinta. Ma tant'è il mondo è bello perché è variato, anche senza trucco facciale...
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