“Il 52% delle famiglie svizzere ha un reddito appena (o niente affatto) sufficiente per affrontare le spese mensili. In Ticino la situazione è ancora peggiore. In questo contesto, la maggioranza politica che governa che fa? Solo danni…. “
di Danilo Forini *
In due anni abbiamo conosciuto un’inflazione del 4,9% e un aumento dei premi di cassa malati del 20%. Nel frattempo, chi di noi ha avuto la fortuna di vedersi aumentare lo stipendio in maniera analoga? Lavoriamo come due anni or sono, ma in concreto ciò che guadagniamo vale decisamente meno.
Si cerca allora di spendere meno per la spesa, fare acquisti al supermercato meno caro o sul web invece che dal piccolo negoziante (che poi non è sempre vero che costi davvero meno!), si esce meno al bar e al ristorante, non si chiama subito l’artigiano per quel lavoretto, si rinuncia ad andare dal dentista o dal medico e … si rinuncia a fare figli.
E già, secondo il barometro delle famiglie 2024 appena pubblicato da Pro Familia Svizzera, per quattro famiglie su dieci i costi sono un motivo per rinunciare ad avere altri figli. Per il 52% di esse il reddito è appena sufficiente o non è affatto sufficiente per affrontare le spese mensili.
Se questa è la situazione in Svizzera è facile purtroppo immaginare che in Ticino siamo messi ancora peggio, sapendo che guadagniamo in media fr. 2.300 franchi in meno al mese per quanto riguarda i salari più alti e 884 per quelli più bassi. In entrambi i casi una differenza percentuale attorno al 23% decisamente elevata e ingiustificabile.
In questo contesto la maggioranza politica che governa Consiglio di Stato e Gran Consiglio cosa fa? Solo danni mi verrebbe da dire, se penso che tra le primissime misure di risparmio previste per raggiungere il famigerato pareggio dei conti pubblici, ci si è affrettati – unico cantone in Svizzera! - a negare qualsiasi adeguamento al rincaro degli stipendi pubblici, come pure a non prevedere di adeguare le prestazioni sociali cantonali nel 2024.
Un pessimo messaggio ai datori di lavoro privati, quasi a indicare che il riconoscimento del rincaro sembra essere un lusso a cui si può e si deve facilmente rinunciare.
Così il potere di acquisto dei ticinesi crolla e ormai non tocca solo le fasce economicamente più fragili, ma sempre di più anche il ceto medio.
* Deputato PS in Gran Consiglio