Dura analisi dell'avvocato sulla politica luganese: "C'è una incapacità gestionale del Municipio, così la città perde sempre più importanza a favore di Bellinzona e Locarno". Attacca anche il PLR: "Una volta era il faro di Lugano, ora..."
di Adriano Censi*
A Lugano mancano progettualità e visione del futuro, ed è venuta del tutto meno quella funzione trainante che ne aveva fatto il centro motore del cantone. Ne sono esempio la pianificazione e le decisioni sul polo congressuale al Campo Marzio, tanto da chiedersi chi abbia fatto l’analisi del fabbisogno e se municipali e consiglieri comunali già abbiamo visitato strutture congressuali in Svizzera e all’estero. La Città lamenta da tempo l’assenza di spazi congressuali moderni che possano ospitare almeno 1200-1500 persone in plenum e sale di lavoro per i vari gruppi di studio. I tasselli critici sono i posteggi, insufficienti e irrealistici, e l’albergo 3-4 stelle, ché i centri congressuali necessitano di hotel di minimo quattro stelle per attrarre investitori e catene alberghiere. Senza l’operazione sarà deficitaria e non attrattiva. Già sono state revocate precedenti decisioni; anche l’ultima non pare destinata a miglior fine.
L’incapacità gestionale del Municipio è dimostrata anche dal fatto che il Consiglio comunale ha dovuto addirittura chiedere che prima che fosse presentata la proposta venisse adottata una variante di Piano regolatore (ovvia premessa di ogni progetto) ed elaborato un business plan. È dunque evidente che sul polo congressuale vi sia più confusione che progettualità e idee. Nel frattempo il tempo corre, nulla si muove, si perde un’occasione di sviluppo e la Città rischia di essere superata dal Locarnese, che in merito non dorme sugli allori…Così è pure per l’aeroporto, per il quale si vorrebbero soluzioni coi privati ma non v’è chiarezza di intendimenti e obiettivi né volontà e scadenze: una totale incapacità di gestire la questione che fa sì che anche qui nulla si muove.
Pure il recente messaggio per il rifacimento dei campi a sud di Cornaredo con anticipo sui tempi pianificati conferma l’improvvisazione, la carente pianificazione anche finanziaria e la tattica del salame nel portare avanti i progetti. Il messaggio solleva inoltre più d’una perplessità, sia per le previste tribune utilizzabili sui due lati, di soli 7 metri di larghezza (sì e no tre file di spalti per parte), sia per le modalità di finanziamento, perché pare si voglia attingere per il 70% all’incasso dei contributi Lalia, il quali però dovrebbero essere destinati ad ammortare investimenti fatti per le opere Lalia. Vedremo se resisterà a critica ed esame giuridico.
Anche il nuovo Piano regolatore della Città aggregata sembra lasciato in mano a tecnici e pianificatori senza precise indicazioni della politica, indispensabili per allestire proposte condivise.
Il Plr, un tempo faro della Città con idee e proposte, ora scialbo, spento e senza volto, ha grosse responsabilità, visto che si limita ad amministrare quanto in corso d’opera. Facile ipotizzare un ulteriore calo di consensi alle prossime elezioni. Il prossimo quadriennio sarà devastante anche in considerazione di decisioni necessarie per l’equilibrio finanziario, reso difficile dalla probabile riduzione delle entrate e dall’esistenza nei bilanci del Comune di molti costi non essenziali. Purtroppo però questo Municipio non ha alcuna visione per il futuro della Città, che perde così sempre più importanza a favore di Bellinzona e Locarno.
*avvocato - articolo pubblicato sull'edizione odierna della Regione