SECONDO ME
Vallemaggia e cambiamenti climatici. Pedrazzini: "Ecco cosa c'è da fare"
L'ex Consigliere di Stato: "Dobbiamo lavorare per individuare i punti deboli che nel prossimo futuro potranno essere colpiti da nuovi eventi"
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30 GIUGNO 2024

di Luigi Pedrazzini*

Le immagini della mia valle ferita mi provocano sentimenti di grande tristezza e solidarietà.

Penso alle vittime e alle persone disperse, alle loro famiglie che vivono momenti terribili. Penso alle singole persone che hanno subito danni, ma anche alle comunità che si ritrovano private di opere importanti, realizzate per dare un futuro ai giovani, per invogliarli a restare in valle. Penso alle autorità della regione che dovranno dedicarsi anima e corpo per ricostruire quanto la furia delle acque ha distrutto. Tristezza e solidarietà non risolvono i problemi.

Credo sia allora innanzitutto necessario prendere coscienza di questo preoccupante evolvere della situazione. In due settimane due regioni della Svizzera italiana sono state colpite da eventi meteorologici estremi. Non sono passati molti mesi dalla grandinata che ha sconvolto il Locarnese. Prendere coscienza significa cercare di capire perché si ripetono così frequentemente fenomeni naturali tanto gravi e adoperarsi per cercare di correggere le conseguenze del riscaldamento climatico. È tema sempre più attuale, che richiede risposte decise ma con effetti a lungo termine.

Dobbiamo perciò agire anche con misure efficaci sul breve e medio termine. Dobbiamo lavorare per individuare i punti deboli che nel prossimo futuro potranno essere colpiti da nuovi eventi. È un lavoro di monitoraggio, dapprima, e poi di esecuzione delle misure che potranno evitare conseguenze peggiori.

Si tratterà anche di mettere in sicurezza, mediante opere purtroppo importanti e costose, case, villaggi, infrastrutture, reti viarie, idriche, elettriche, di comunicazione.

Non si dovrà disinvestire, ma anzi fare di più per garantire, in caso di eventi drammatici, la sicurezza massima possibile, il ripristino delle infrastrutture e delle reti essenziali, la rapida copertura dei fabbisogni della popolazione.

Per ripristinare la situazione, in questi giorni sono stati fatti dei miracoli ma il futuro deve vederci attivi a titolo preventivo per fare in modo che non si ripeta l’isolamento, per ore, di intere comunità. Anche perché diventerà sempre più difficile parlare di eventi di portata straordinaria, purtroppo. E allora adoperarsi per capire e per mettere in atto sistematicamente azioni volte ad aumentare la sicurezza, è il modo migliore e più concreto per rendere concretamente omaggio a chi in queste ore ha lavorato senza tregua per cercare i dispersi, aiutare le persone isolate, ripristinare un minimo di vivibilità nelle regioni colpite.

Permettetemi di concludere con un appello. La settimana scorsa è stata colpita la Mesolcina, l’ultimo fine settimana l’Alta Valle Maggia. In queste regioni le autorità politiche hanno rapidamente e giustamente espresso la loro preoccupazione e la loro vicinanza alle popolazioni. È però importante che attenzione e vicinanza continuino a manifestarsi nei prossimi mesi e anni: non lasciamo sole le comunità di valle e le loro autorità!

*già Consigliere di Stato - articolo pubblicato sul Corriere del Ticino

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