SECONDO ME
"I limiti della democrazia"
Andrea Togni: "Evviva la diversità di opinioni, ma è necessario istituire un filtro che eviti la cacofonia e permetta di curare e sintetizzare il dibattito in modo efficace"
TiPress/Pablo Gianinazzi

di Andrea Togni *

La democrazia è il pilastro della nostra società, assolutamente preferibile all’autarchia, ma, se eccessiva, rischia di trasformarsi in un freno, a tutti i livelli istituzionali. L’iper-democratizzazione, invece di rafforzare il dibattito politico, lo rende inefficace e caotico. L’assenza di una soglia di rappresentanza per l’accesso, per esempio, al Gran Consiglio ha portato alla proliferazione di partiti minori, capaci di ottenere seggi con percentuali esigue di voti. Questo fenomeno frammenta la discussione, diluendo la capacità decisionale e rallentando i processi governativi.

La democrazia non dovrebbe essere solo inclusione, ma anche capacità di sintesi e costruzione di un consenso costruttivo. Un mosaico composto da troppe tessere sta evidenziando tutti i limiti di questo sistema: un’arena politica dove ogni decisione deve passare attraverso trattative estenuanti, compromessi al ribasso e un continuo gioco di mediazioni tra forze che spesso non hanno né una visione comune né una reale capacità di incidere sul futuro del Cantone. Evviva la diversità di opinioni, ma è necessario istituire un filtro che eviti la cacofonia e permetta di curare e sintetizzare il dibattito in modo efficace, affinché la qualità possa prevalere sulla quantità.

L’introduzione di una soglia di rappresentanza sarebbe un modo per limitare la frammentazione, rafforzare le istituzioni, dare maggiore importanza a chi è eletto e favorire la funzionalità del Parlamento. Non si tratta di sminuire la democrazia, ma di renderla più funzionale. Un parlamento meno disperso consentirebbe di lavorare in modo più funzionale ed efficace, riducendo le estenuanti negoziazioni con chi, spesso, antepone interessi particolari alla visione complessiva del bene comune.

L’esperienza di altri paesi dimostra che una soglia elettorale non è una minaccia alla rappresentanza, ma un correttivo necessario per la governabilità. In Germania, Austria e Svezia l’introduzione di una soglia di rappresentanza ha evitato la proliferazione di partiti marginali, permettendo a chi ha un reale sostegno popolare di influenzare la politica. Anche in Svizzera, il Canton Ginevra ha adottato una soglia del 7%, con risultati positivi in termini di stabilità e coerenza decisionale. L’esempio è chiaro: la democrazia non può essere un elenco infinito di voci, ma un sistema che deve poter filtrare, curare e sintetizzare le istanze della società per garantire risposte efficaci.

Quando il dibattito politico si disperde in un’infinità di micro-posizioni, il rischio è che il parlamento diventi un’arena sterile, incapace di esprimere una volontà chiara… tanto che, in pieno spregio all’Istituzione, sia stato definito un “parlatoio”.

Per indole e professione sono un “decisionista”; prediligo pertanto l’idea di un processo democratico più netto, che consenta a chi ha un reale potere di rappresentanza di realizzare idee e programmi con sollecitudine. Auspico quindi che il Gran Consiglio possa adottare il principio della proposta presentata dall’amico Paolo Ortelli e sottoporla al più presto a ratifica popolare (essendo una modifica costituzionale).

* consigliere comunale PLR di Lugano

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