Beppe Donadio su LaRegione: “Il poster di Locarno77 ci pare quel che si ottiene chiedendo all’Intelligenza artificiale: fammi un leopardo sul Lago Maggiore in un giorno di brutto tempo”
LOCARNO - “Il poster che accompagnerà la 77esima edizione del Festival è stato realizzato da una delle creatrici di immagini più acclamate del nostro tempo, l’artista statunitense Annie Leibovitz. Annie ha prodotto un’opera iconica che rappresenta al meglio le idiosincrasie del suo linguaggio artistico. Nel suo stile visivo unico, la figura emblematica del Pardo occupa una posizione suggestiva all’interno del magnifico paesaggio delle montagne che sovrastano il lago. L’unicità della sua bellezza e della sua fragilità lo rendono un simbolo perfetto per i nostri tempi”. Così Maja Hoffmann, Presidente del Locarno Film Festival, nel comunicato con il quale ieri gli organizzatori hanno presentato il manifesto 2024. Un manifesto che ha suscitato parecchie perplessità. Per via di quel bel leopardo sovrapposto a una foto del lago piuttosto anonima e triste.
Una bordata è arrivata questa mattina dal giornalista della Regione Beppe Donadio, che firma un editoriale impietoso.
“Quando si dice il destino – scrive -. Nemmeno il tempo di commemorare la copertina di ‘Born in the U.S.A.’ e di scrivere che la foto è di Annie Leibovitz ed eccoci a celebrare nuovamente la fotografa statunitense cui si deve il poster del Locarno Film Festival di quest’anno. Leibovitz è colei che ritrasse Lennon a poche ore dalla morte, nudo e abbracciato a Yoko Ono (vestita), ma anche Demi More (nuda anch’ella), Sting (nudo anch’egli), Whoopi Goldberg (presumibilmente nuda, immersa in una vasca da bagno piena di latte, geniale), Christo (o chi per lui) impacchettato come le sue opere, fino a Ronaldo e Messi che giocano a scacchi (vestiti) sopra una Louis Vuitton (vera)”.
Il Pardo sulle coste del Verbano, prosegue, ci pare abbia un problema di luci, “e cioè il felino scontornato è in pieno sole, mentre il paesaggio circostante è la sintesi del grigiore di quando sul lago tira il vento. Ma non è l’incompatibilità tra luci che ci incuriosisce (…). A incuriosirci è, piuttosto, sapere chi ha scelto il font, il tipo di carattere di stampa che accompagna l’immagine, font un tantino dozzinale… (…). L’altra curiosità è se Leibovitz sia stata a Locarno a fare le foto, o abbia fatto le foto al leopardo e il Lago Maggiore gliel’abbiano spedito via e-mail”.
Poi, la stoccata finale: “Il poster di Locarno77 ci pare quel che si ottiene chiedendo all’Intelligenza artificiale: fammi un leopardo sul Lago Maggiore in un giorno di brutto tempo”.