La sintesi della conferenza stampa alla quale hanno partecipato Andrea Gehri, Renzo Ambrosetti, Mauro Galli, Fabio Regazzi e Piergiorgio Rossi
GORDOLA – Si è svolta oggi la conferenza stampa promossa dalla Camera di Commercio Ticinese a Gordola sul tema “economia ticinese e appalti pubblichi”. Una conferenza stampa congiunta con diverse personalità di spicco nel settore alla presenza di Andrea Gehri, presidente della Cc-Ti, Renzo Ambrosetti, Presidente AIC, Mauro Galli, Presidente SSIC-Ti, Fabio Regazzi, consigliere nazionale e Piergiorgio Rossi, presidente UAE.
Andrea Gehri si è così espresso: "Già in tempi meno sospetti, ossia durante il periodo acuto della pandemia, lanciammo un appello alle istituzioni pubbliche affinché non si risparmiasse sugli investimenti e si promuovessero misure anticicliche per evitare che il settore delle costruzioni primario e quello dell’artigianato rallentassero in maniera preoccupante. Ad onor del vero, superata la fase acuta della pandemia, i settori citati hanno beneficiato di un rimbalzo importante dovuto al fatto che, quanto era nella pipe line prima, è stato soltanto sospeso, ma poi ha potuto essere realizzato. Ora la situazione è diversa e paradossalmente anche molto più preoccupante rispetto ad allora. Il settore privato è decisamente in frenata, le insicurezze degli ultimi mesi hanno inciso negativamente sulla propensione d’investimento degli investitori. Anche se una consistente parte delle aziende private ha continuato a investire nelle rispettive strutture, non vediamo un’inversione generale di tendenza a breve - medio termine.È quindi fondamentale e assolutamente vitale evitare di bloccare investimenti già previsti, decisi e programmati da tempo. Non vogliamo pensare, né mettere in dubbio il fatto che il decreto Morisoli al freno alla spesa, venga interpretato come freno agli investimenti. Se così fosse però, richiamiamo la politica a interpretare senza pregiudizi e fini politici il vero significato del decreto stesso".
Ha successivamente preso la parola Mauro Galli: “È risaputo che quando il settore principale della costruzione funziona a buon regime, molti altri ambiti economici seguono a ruota con un’attività che permette di garantire occupazione, formazione degli apprendisti, crescita economica, fiscalità e sostegno diretto a numerose attività sportive, benefiche e culturali che molto spesso si rifanno proprio alla generosità delle aziende private per poter disporre delle necessarie risorse economiche. Quando si parla di edilizia, a beneficiare delle ricadute economiche vi sono poi altri settori particolari come il mondo bancario, quello assicurativo, tutto il ramo dell’arredamento e della tecnica. Anche noi, come SSIC Sezione Ticino, abbiamo investito molto negli ultimi anni e prevediamo ulteriori grandi investimenti a breve termine. In questi giorni sono infatti terminati i lavori di ristrutturazione totale di una palazzina di nostra proprietà con 8 appartamenti a Bellinzona, per un investimento complessivo di 2.2 milioni di franchi. Nella nostra Sede di Bellinzona stiamo inoltre sostituendo l’impianto di raffrescamento con una termopompa di ultima generazione e valutando la posa di pannelli fotovoltaici sul tetto dell’edificio, anche qui con investimenti di alcune centinaia di migliaia di franchi. Il progetto in corso più importante riguarda però il nostro Centro di formazione professionale di Gordola nel quale, dopo aver dato un mandato di studio alla SUPSI, stiamo progettando una completa ristrutturazione energetica basata sulla posa di pannelli fotovoltaici sui tetti e anche nelle facciate. Si parla di investimenti complessivi di oltre 4 milioni di franchi. Tutto questo per dimostrare che siamo noi i primi a dare il buon esempio e non ad appoggiarci unicamente sui committenti pubblici".
Piergiorgio Rossi, presidente Unione Associazioni dell’Edilizia: “Ritornando al tema fondamentale di questa conferenza stampa e alle informazioni illustrate da chi mi ha preceduto, qualche preoccupazione è certamente lecita e in questo contesto mi preme sottolineare il fatto che un imponente progetto è nelle fasi finali d’appalto: mi riferisco alle nuove Officine FFS di Castione
(NSIF- Nuovo Stabile Industriale Ferroviario), un progetto immenso che avrà certamente una duplice valenza:
1) creare un vero polo di competenza nel settore della tecnica ferroviaria, che duri nel tempo e con importanti potenzialità di sviluppo futuro
2) realizzare in tempi estremamente brevi uno stabile di ben 60'000 mq, uno dei più importanti stabili industriali a livello svizzero”.
E ancora: “Il Ticino ha avuto storicamente un rapporto di simbiosi con le ferrovie che sono e sono state “locomotore” della nostra economia, creando posti di lavoro e competenze sia nella realizzazione dei tracciati ferroviari che nelle attività industriali legate alla tecnica ferroviaria. Non dimentichiamo che in Svizzera, e in gran parte sul nostro territorio cantonale, abbiamo la più lunga galleria ferroviaria al mondo. Dobbiamo quindi continuare a potenziare l’acquisizione di competenze a lungo termine in questo settore che ha ancora grosse potenzialità di sviluppo e che rappresenta di fato una delle uniche soluzioni per migliorare la viabilità a medio termine”.
Dal canto suo, Ambrosetti ha ribadito la centralità del “rispetto delle condizioni contrattuali di lavoro dei singoli rami professionali, la sicurezza e salute dei dipendenti e la normativa concernente l’impiego della manodopera estera, vale a dire le misure d’accompagnamento alla libera circolazione delle persone. Questo deve avvenire prima e durante l’esecuzione dei lavori. Questa esigenza è tanto più necessaria quando il committente è un ente pubblico, come le FFS, che utilizza i soldi dei cittadini e beneficia, come nel caso delle future officine, anche di elevati contributi pubblici (quindi dei cittadini) come i 100 milioni stanziati dal Cantone e i 20 milioni della città di Bellinzona”.
“Come già ricordato –da chi mi ha preceduto – continua –, pur nel rispetto formale di determinate disposizioni valevoli per le commesse FFS, a volte, per ragioni di mera opportunità, che detto in altri termini significa solo minor costo, gli appalti vengono assegnati a ditte la cui professionalità è dubbia (i certificati ISO della Slovacchia non corrispondono certo ai nostri parametri) e che fanno capo, attraverso il subappalto, a fornitori esteri. Queste ditte ricorrono per l’esecuzione a manodopera estera, distaccati, temporanei che sono generalmente sottoposti a pressioni nel quadro della tempistica relativa alla realizzazione dell’opera e dove non sempre le condizioni contrattuali (specie orari di lavoro, straordinari) non sono osservati. Ne va di mezzo la salute e sicurezza dei lavoratori e non da ultimo la qualità finale dell’esecuzione della commessa”.