La terza edizione porta 24 aziende vitivinicole ticinesi in cinque città oltre Gottardo. “Un evento che cresce e rafforza il legame con il pubblico e col territorio”, raccontano Maria Grazia Carbone e Uberto Valsangiacomo
Il TicinoWine Tour ha preso il via ieri, lunedì 10 marzo, confermandosi un appuntamento di grande rilievo per la promozione del vino ticinese al di fuori dei confini cantonali. La manifestazione, che ha l’obiettivo di far conoscere i vini della Svizzera italiana oltre Gottardo, è giunta alla terza edizone e raggiungerà cinque città. Quest’anno il tour tocca San Gallo, Rapperswil, Soletta, Morges e Thun, e vede la partecipazione di 24 aziende vitivinicole ticinesi. Abbiamo raggiunto telefonicamente Maria Grazia Carbone, direttrice di Ticinowine, e Uberto Valsangiacomo, presidente, per raccogliere le loro impressioni al termine della prima tappa di questo emozionante viaggio enologico di oltre mille chilometri in torpedone.
“La prima tappa a San Gallo si è conclusa con un grande successo, sia in termini di affluenza che per l’nteresse dimostrato dai visitatori”, racconta Maria Grazia Carbone. “C’è una crescente curiosità verso i vini ticinesi nella Svizzera interna, e il nostro tour offre un’opportunità unica per approfondire la conoscenza delle diverse cantine e delle loro etichette”. Dal canto suo, Uberto Valsangiacomo sottolinea l’importanza strategica del tour: “Spesso le manifestazioni vitivinicole si svolgono nelle grandi città, mentre noi vogliamo raggiungere anche quelle di medie dimensioni, dove il pubblico aspetta con entusiasmo questi eventi. Qui si crea un’atmosfera di familiarità e convivialità che si sposa perfettamente con l’esperienza del buon vino”.
Un contatto diretto con la tradizione
Una delle caratteristiche distintive del TicinoWine Tour è la presenza diretta dei produttori. “Alle aziende partecipanti chiediamo di inviare il titolare o l’enologo, insomma un portabandiera della cantina”, spiega Valsangiacomo. “In questo modo, i visitatori possono confrontarsi direttamente con chi il vino lo produce, creando un legame più genuino con la tradizione vitivinicola ticinese”. Carbone aggiunge: “Questo approccio permette una trasmissione più autentica delle informazioni e delle emozioni legate alla produzione vinicola. Pensiamo a Uberto, che appartiene alla sesta generazione della sua famiglia nel settore: il racconto che può offrire è unico. Anche chi ha vissuto in Ticino e ora si trova nella Svizzera tedesca può riscoprire un legame con la propria esperienza passata attraverso il vino”.
Un’esperienza fuori dagli schemi
Il TicinoWine Tour non si limita alla semplice presentazione dei vini, ma punta a sorprendere e coinvolgere il pubblico. “Nei nostri eventi non esistono schemi fissi: cerchiamo sempre di stupire i visitatori”, spiega Carbone. “Anche il viaggio in torpedone diventa parte dell’esperienza, perché i produttori devono trascorrere insieme molto tempo e per diversi giorni, il che favorisce la convivialità anche tra di noi, rafforzando il settore nel suo insieme”.
“Siamo partiti con 14 aziende alla prima edizione, l’anno scorso eravamo in 17 e ora siamo 24”, prosegue Valsangiacomo. “L’idea era quella di far crescere la manifestazione, e il successo di quest’anno ci conferma che siamo sulla strada giusta. L’accoglienza che la gente ci riserva migliora di anno in anno, e questo è per noi il segnale più positivo”.
Con ancora quattro tappe davanti a loro (oggi Rapperswil) i protagonisti del TicinoWine Tour continueranno a far conoscere la varietà e la qualità della produzione vitivinicola ticinese. Un viaggio che unisce tradizione, innovazione e passione, portando il sapore del Ticino oltre il San Gottardo.