Il consigliere comunale di Massagno e candidato al Gran Consiglio sostiene che servirebbe una unica società a livello ticinese, detenuta dalle stesse aziende di distribuzione, per avere prezzi migliori e sfruttare l'economia di scala
di Giorgio Chiappini*
La crisi energetica, che ha causato un rincaro importante delle bollette per privati ed aziende, ci ha fatto capire quanto sia importante per un paese il poter contare su un approvvigionamento stabile e continuo.
A inizio '900, con l'istituzione della Legge sulla municipalizzazione dei servizi pubblici, il nostro Cantone ha affidato ai Comuni la competenza di agire in maniera autonoma nel settore energetico. Dopo circa 100 anni, dove i comuni hanno operato in regime di monopolio, a livello nazionale vi è stata la liberalizzazione del mercato dell'energia. Conseguentemente, i comuni hanno proceduto con la trasformazione di numerose aziende municipalizzate in società anonime.
La nuova forma giuridica ha reso le strutture delle aziende di distribuzione più flessibili e autonome, permettendo dunque di affrontare al meglio le sfide imposte dal libero mercato. Non si è, tuttavia, pensato a quelle che sono le caratteristiche di base di un operatore di successo nella grande distribuzione, ossia la possibilità di sfruttare le economie di scala e di disporre di dipartimenti con forti competenze specialistiche e tecniche.
A mio avviso, la soluzione ottimale, sarebbe sarebbe quella di scindere l'attività di distribuzione di energia (quindi la gestione della rete elettrica e delle condutture del gas) da quella di approvvigionamento, affidando quest'ultima a un'unica società a livello cantonale detenuta dalle stesse aziende di distribuzione.
In questo modo, avendo un solo player che si confronta con il mercato per l'acquisto di elettricità e gas, sarebbe possibile ottenere prezzi migliori (in quanto acquistando quantità superiori si possono sfruttare le economie di scala). Inoltre, grazie a un elevato grado di competenza specialistica, la nuova società creerebbe valore aggiunto per i suoi azionisti (le aziende di distribuzione stesse) aumentando così il loro vantaggio competitivo.
L'obiettivo della nuova società sarebbe esclusivamente la qualità e l'efficienza dei servizi di approvvigionamento offerti, non vi sarebbe alcun obiettivo economico (risultato d'esercizio a pareggio). Ciò comporta che l'utile delle singole aziende distributrici non verrebbe eroso, ma anzi aumenterebbe grazie ai risparmi legati ad un approvvigionamento più efficiente e razionale. Si creerebbe dunque nuova ricchezza per i nostri Comuni.
A mio avviso, quando si parla di pianificazione energetica a livello cantonale è importante avanzare proposte concrete e attuabili, dal momento che il tema è molto rilevante e le sue implicazioni sono numerose.
*consigliere comunale di Massagno e candidato al Gran Consiglio per il PLR