Il presidente tiene la barra dritta sulla decisione del Governo di chiudere industrie e cantieri, dopo le scandalose pressioni che stanno giungendo da una parte del Paese
di Andrea Leoni
Forza Christian! E forza a tutto il Consiglio di Stato! Per la prima volta da quando è cominciata la crisi, abbiamo fatto una mossa smarcante e guadagnato un vantaggio sulla linea temporale rispetto a questa stramaledetta epidemia da Coronavirus.
La decisione del nostro Governo di chiudere cantieri e fabbriche, ha bruciato sul tempo addirittura le autorità italiane, e ricompattato l’intero Cantone: da destra a sinistra, dai sindacati agli imprenditori. Tutti uniti. C’è un solo Ticino oggi che spera, soffre e combatte.
Per la prima volta abbiamo anticipato la mossa. E per la prima volta non ci sono interpretazioni sulla volontà politica dei governanti: la salute pubblica viene prima dei soldi, almeno in Ticino! Dispiace per i nostri vicini dei Grigioni italiano, vittime di un Governo cantonale senza attributi e che ancora pende ossequioso dalle labbra della Confederazione. Come non si fosse già ripetutamente dimostrato negli scorsi giorni, che solo grazie alla volontà di alcuni Cantoni a Berna si sono svegliati (passateci l'esagerazione...).
Grazie a Dio in Ticino abbiamo capito che la Confederazione ci fa solo perdere tempo prezioso. La strategia di Berset e dei funzionari dell’Ufficio federale della sanità, Strupler e Koch, si è rivelata fallimentare e nel nostro Cantone ha portato solo alla prevedibilissima esplosione dei contagi e a 37 morti.
Abbiamo già dato abbastanza al Paese. Abbiamo già svolto il ruolo delle cavie o dei pionieri, come ci ha chiamato Berset durante la sua ultima visita a Bellinzona. Se il Governo federale e i suoi funzionari desiderano continuare ad anteporre l’economia alla salute dei cittadini, accodandosi alle scandalose dichiarazioni del presidente di Swissmen Hans Hess, facciano pure. Basterà attendere solo qualche giorno prima che i cittadini romandi e tedeschi ne chiedano conto con la dovuta collera. Fate come vi pare ma in Ticino non venite più a romperci le scatole, che di danni ne avete già fatti abbastanza.
Il presidente Vitta questa sera al Tg della RSI è stato chiaro e coraggioso. Pur osservando il linguaggio istituzionale che lo contraddistingue ha lanciato un messaggio inequivocabile: nessun passo indietro da parte del nostro Cantone.
È bene che Berna lo capisca senza esercitare pressioni o direttive contrarie. Altrimenti, accanto ai nostri cinque Consiglieri di Stato, troveranno 350’000 ticinesi pronti a sostenerli a spada tratta e a disobbedire.
Oggi per la prima volta da quando il virus è divampato, la curva dell’epidemia ha subito una brusca frenata. Non esultiamo, non cantiamo vittoria. Soprattutto non molliamo di un millimetro sul rigore delle misure che ognuno di noi deve rispettare scrupolosamente. Aspettiamo martedì, sperando con tutto il cuore che questo rallentamento venga confermato, per poter tirare un sospiro di sollievo. Un sospiro di sollievo per continuare a batterci con ancora più determinazione nelle prossime settimane, che si annunciano lunghe e dolorose.
Forza Ticino: insieme ce la faremo!