Il sindacato chiede a gran voce di "chiudere tutte le attività non essenziali in Mesolcina. Quella ticinese è una decisione dettata dalla gravità della situazione"
GRIGIONI – "Il Governo grigionese segua il Ticino e chiude tutte le attività non essenziali in Mesolcina". Lo chiede a gran voce il sindacato Unia Ticino e Moesa che esorta "l’esecutivo grigionese a rivedere la propria posizione ed a decretare la chiusura dei cantieri e la cessazione di ogni attività produttiva non essenziale nella regione della Mesolcina, applicando le medesime disposizioni per contenere l'epidemia di coronavirus annunciate sabato dal Consiglio di Stato ticinese".
"Una decisione – si legge nella nota – che non è figlia dell’improvvisazione ma della ragione, perché è dettata dalla gravità della situazione che stanno vivendo il Ticino e le regioni confinanti, confrontati con una diffusione del virus molto rapida, estesa e grave".
L'appello del sindacato alle autorità grigionesi è quello che "prendano atto della situazione e adottino le citate misure di protezione della salute dei lavoratori e dell’intera cittadinanza. E a tutela della qualità delle cure in Ticino e della tenuta del sistema sanitario e ospedaliero, attualmente sotto fortissima pressione".