Ha scritto una lettera a Vitta. "Il ricorso avrà senso in vista di ulteriori tentazioni di capestare i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione quando magari arriverà un'altra epidemia"
BELLINZONA – Il divieto di far la spesa per gli over 65 proprio non è andato giù a Giorgio Ghiringhelli, che, come è solito fare per le cause in cui crede (vedesi la legge contro la dissimulazione del volto, per esempio), negli ultimi giorni ha scritto diversi articoli, avanzando la proposta di fasce orarie dedicate a quella parte di popolazione.
“In vista della conferenza stampa odierna del Consiglio di Stato, durante la quale si dovrebbe venire a sapere il destino del divieto di fare acquisti per gli over 65, vi invio giusto per conoscenza e a futura memoria un messaggio che domenica scorsa ho inviato al Presidente del Governo Christian Vitta, e nel quale, dopo aver ribadito che la soluzione in grado di accontentare tutti sarebbe quella dell’introduzione di fasce orarie, ho anche preannunciato che se il divieto discriminatorio e illegale dovesse protrarsi oltre il 13 aprile, un ricorso al TRAM sarebbe inevitabile”, scrive. “Un ricorso che sarà utile per far chiarezza sui limiti che il potere esecutivo ha nel nostro democratico Paese nel calpestare i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione, in modo da evitare ulteriori tentazioni del genere anche in futuro, quando magari arriverà un’altra epidemia”.
“On. Presidente del CdS, mi scusi se esco dal letargo imposto agli over 65 per disturbarla alla domenica. Volevo solo dirle alcune cose in merito al divieto assoluto di fare la spesa limitato a una determinata categoria di età, e dunque in netto contrasto con l’articolo costituzionale (8) che vieta le discriminazioni basate sull’età o sul sesso e su altre cose (ho citato il sesso perché siccome la maggior parte dei contagiati risulta essere di sesso maschile, il prossimo divieto proposto dagli esperti potrebbe concernere tutti gli uomini di qualsiasi età...)”, scrive.
“Inizialmente ho accolto con favore il divieto per gli over 65, perché pensavo che questa misura sarebbe stata introdotta solo per una o al massimo due settimane ( il tempo di incubazione del virus), più che altro a scopo di sensibilizzazione. Ma quando mi son reso conto che questo divieto che non ha probabilmente riscontro in tutto il mondo rischiava di durare più a lungo, in netto contrasto con i diritti fondamentali (uguaglianza) esposti nella nostra Costituzione, allora ho deciso di scendere in campo contro questa decisione, anche perché mi sono accorto che essa ha avuto l’effetto nefasto di isolare un’intera enerazione di cittadini (circa 80'000) facendola quasi passare come il capro espiatorio di colpe non sue ( mi riferisco a certe decisioni tardive come i controlli ai confini, il Rabadan ecc. , e a certe carenze organizzative del sistema sanitario ,come la mancanza di mascherine, disinfettanti ecc..)”.
Un divieto non motivato e sproporzionato Inoltre nessuno ha saputo motivare, dati alla mano, che vi è una correlazione fra l’andare a fare la spesa (rispettando tutte le misure di distanza sociale ) e la diffusione del contagio. Un terzo dei decessi di Covid-19 registrati finora riguardava ad esempio gli ospiti delle case per anziani, che certamente non erano mai usciti a fare la spesa. Altri decessi riguardano persone di età inferiore ai 65 anni o persone che sono state contagiate negli ospedali. E altri ancora saranno da ascrivere a contagi avvenuti nell’ambito famigliare (nonni e nipoti) o in altre occasioni”, prosegue. Riporta poi un articol odi Fabio Pontiggia che invitava al rispetto dei diritti fondamentali, citando paesi (“anche ritenuti da Terzo Mondo”) che hanno destinato delle fasce orarie specifiche nei negozi agli over 65.
E annuncia ricorso, spiegando che desiderava già inoltrarlo al TRAM ma che poi ha deciso di attendere dato che “lei (Vitta, ndr) ha annunciato che nei prossimi giorni il Governo valuterà la situazione e indi si penserà a misure alternative. Non so se si tratti solo di una tattica dilazionatoria per guadagnare tempo di settimana in settimana o se veramente il Governo si sia reso conto – magari su “invito” da Berna o per le numerose proteste affiorate in Ticino - che così non si può andare avanti e che qualcosa va cambiato al più presto e indipendentemente dall’evolversi della situazione sanitaria. Fatto sta che dopo aver udito il suo annuncio ho deciso di attendere ancora qualche giorno, nella speranza che le “misure alternative” possano entrare in vigore già prima di Pasqua e non dopo il 13 aprile. In tal modo, mi sembra di aver dato prova di buon senso “dal basso” , e mi auguro che anche il Consiglio di Stato farà altrettanto “dall’alto”, perché come cittadino direttamente colpito da un divieto ingiusto, arbitrario e illegale non potrei più accettare ulteriori dilazionamenti prima di agire a difesa dei miei diritti (e dei diritti di tutti coloro – e sono tanti - che in questi giorni mi han sollecitato a “fare qualcosa”)”.
Per Ghiringhelli, numerosi sono i vantaggi di dedicare delle fasce agli over 65, in particolare se introdotte al mattino “in coincidenza con l’orario di apertura dei supermercati , quando l’aria al loro interno non contiene più eventuali goccioline di saliva potenzialmente contagiose emesse dai clienti il giorno prima e che possono “galleggiare” nell’aria per circa tre ore”.
“Una volta passata l’emergenza, l’accesso ai supermercati potrebbe essere riaperto a tutti senza distinzioni d’età, ma due o tre mattine alla settimana si potrebbe lasciare una fascia oraria di un paio d’ore riservata agli anziani che, per un motivo o per l’altro, desiderano evitare assembramenti e mantenere il distanziamento sociale”, si proietta anche oltre l’emergenza.