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Tolto il divieto per gli over65 di fare la spesa, il 'Ghiro' esulta: "Missione compiuta. Niente polemiche, ma..."
Il fondatore del Il Guastafeste: "Si trattava di un derby generazionale che rischiava di creare fratture insanabili in un periodo in cui si dovrebbe essere uniti"
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*Di Giorgio Ghiringhelli

Nel corso della conferenza stampa dell’8 aprile il Consiglio di Stato ha illustrato le disposizioni anticoronavirus in vigore in Ticino da martedi 14 a domenica 19 aprile. La principale novità rispetto alle misure fin qui in vigore è stata la revoca del divieto di fare la spesa per gli over 65, che era stato introdotto il 21 marzo. A dire il vero il nuovo testo è scritto in burocratese e dunque potrebbe prestarsi a diverse interpretazioni e non è certo un modello di chiarezza : chi l’ha redatto dovrebbe iscriversi a un corso di comunicazione. Ma a far chiarezza hanno contribuito le risposte date dai Consiglieri di Stato Christian Vitta, Norman Gobbi e Raffaele De Rosa alle domande dei giornalisti.

FINO ALLE 10 NEGOZI PER GLI ANZIANI

L’invito rivolto dal Consiglio di Stato agli over 65 è ovviamente quello di continuare a farsi aiutare dai volontari, dagli amici, dai parenti e dai Comuni a fare la spesa, in modo da azzerare i rischi per la loro salute. Ma chi lo desidera potrà provvedere agli acquisti di persona, senza restrizioni di orario, anche se per gli “anziani” è stata riservata in particolare la fascia oraria mattutina ( quella migliore per le persone vulnerabili) fino alle 10. Proprio allo scopo di limitare le possibilità di contagiare i più anziani il resto della popolazione è stato invitato ad andare nei negozi solo dopo le 10. Ma la stampa non ha messo in sufficiente risalto questo invito. Forse sarebbe stato meglio riservare la fascia oraria mattutina esclusivamente agli over 65, perché è immaginabile che - specialmente nei prossimi mesi - l’invito rivolto ai più giovani non verrà seguito da tutti . Visto che durante il periodo del divieto alcuni supermercati avevano introdotto ferrei controlli dell’età davanti ai loro stabilimenti, v’è da augurarsi che - a tutela di quella fascia di clientela che avevano umiliato con i loro controlli polizieschi - promuovano adesso delle azioni di informazione e di sensibilizzazione rivolte alla clientela più giovane.

LA PROPOSTA DEL GUASTAFESTE ERA RAGIONEVOLE

Quando il 21 marzo scorso entrò in vigore il divieto, il sottoscritto fu probabilmente il primo a reagire pubblicamente , con un comunicato emesso il 24 marzo nel quale – pur dimostrando comprensione per quella misura discriminatoria se limitata nel tempo (una o due settimane) – proponevo come ragionevole compromesso quello di introdurre delle fasce orarie destinate agli anziani, ad esempio per tre mattine alla settimana fino alle 9.30. Per quella proposta di buon senso fui molto criticato dalla schiera di odiatori seriali che passano il loro tempo a sputare veleno sui social. Sembrava quasi che il sottoscritto fosse una persona egoista e irresponsabile che, difendendo i diritti fondamentali degli 80'000 over 65 del Ticino, metteva in pericolo il nostro sistema sanitario già sotto pressione. E dunque mi fa piacere che il Governo, decidendo di fare un passo ben più ampio di quello che avevo ventilato, ha dimostrato l’infondatezza di certe accuse e la ragionevolezza della mia proposta.

QUEGLI OVER 65 CHE GIOIVANO PER IL DIVIETO , ORA STIANO A CASA

Spero che lo capiscano anche quegli over 65 che, con fare autolesionistico, invece di sostenere chi – come il sottoscritto ma anche come altri ( ad esempio l’avv. Mario Molo , l’imprenditore Franco Ambrosetti e il giornalista Michele De Lauretis) - erano insorti contro questo divieto anticostituzionale perché basato sull’età e dunque discriminatorio, ci avevano invece trattati tramite la stampa come degli insensibili egoisti e avevano gioito contro l‘ingiusta e illegale limitazione della loro libertà , proclamando che loro si sentivano più sicuri se qualcuno faceva la spesa per loro. E’ comprensibile che taluni anziani , magari malridotti e con malattie pregresse o terrorizzati dall’isterismo collettivo e dai giornalieri bollettini di guerra, si sentissero più sicuri contando sull’aiuto altrui, ma perché bacchettare pubblicamente chi invece , altrettanto comprensibilmente, difendeva un proprio sacrosanto diritto ? Adesso che questi divieti sono stati tolti, spero che questi fustigatori della morale pubblica continuino coerentemente a stare tappati in casa e a far capo ai volontari per le loro necessità.

UNO STUPIDO DIVIETO CHE HA MESSO IN PERICOLO LA COESIONE SOCIALE

A un certo punto, anche sulla spinta di una trentina di persone che mi invitavano ad agire, ero pronto a presentare un ricorso al Tram contro il divieto, se questo fosse stato prorogato anche oltre il 13 aprile. E lo avevo scritto chiaramente al Presidente del Governo, Christian Vitta, in un lungo messaggio email che gli avevo inviato domenica 5 aprile. La marcia indietro decisa dal Consiglio di Stato ha reso inutile un eventuale ricorso. Ciò da una parte mi ha fatto piacere, perché le polemiche innescate da questo infausto divieto, probabilmente unico al mondo, avevano spaccato in due la popolazione ticinese , contrapponendo gli over 65 (divisi anche al loro interno) agli under 65 , in un derby generazionale che rischiava di creare fratture insanabili in un periodo in cui invece si dovrebbe cercare di essere uniti (“uniti vinceremo” ripetono ad ogni occasione i Consiglieri di Stato, dopo aver cercato di dividerci...).

FINO A CHE PUNTO È LECITO LIMITARE I DIRITTI FONDAMENTALI ?

D’altra parte la rinuncia a fare ricorso non consentirà di far chiarezza giuridica su un quesito interessante, e cioè : fino a che punto un Governo cantonale può limitare i diritti fondamentali dei cittadini elencati nella Costituzione federale in casi di emergenza come quello che stiamo vivendo ( e che potrebbe riproporsi in un vicino futuro...) ? E in particolare, fino a che punto si possono introdurre dei divieti che non colpiscono tutti in pari modo ma che sono basati sull’età, o sul sesso,
o sulla razza, o sulla religione o su altri fattori, e che rappresentano dunque una discriminazione espressamente vietata dall’art. 8 della nostra Costituzione federale ? Non si tratta di sciocchezze o di problemi grassi, perché quando si comincia a discriminare si sa dove si comincia ma non si sa dove si finisce, come ben sanno quegli ebrei che vivevano in Europa ai tempi dei totalitarismi del secolo scorso...ma anche quelli che vivono oggi in una società occidentale sempre più islamizzata e a essi ostile .

IL SILENZIO ASSORDANTE DELLA STAMPA

In generale in questo frangente i giornalisti (ossia i rappresentanti del cosiddetto quarto potere, quello che dovrebbe controllare il potere esecutivo, quello legislativo e quello giudiziario) sono venuti meno al loro dovere e si sono ridotti al ruolo di megafono del Consiglio di Stato, riportando acriticamente tutti i divieti via via adottati senza la minima critica e senza cogliere l’occasione per aprire un dibattito di tipo politico sulle domande che un eventuale ricorso avrebbe contribuito a chiarire dal punto di vista giuridico. Fatta eccezione del Mattino della domenica , che fin dall’inizio ha dedicato molto spazio e molte critiche al divieto di far la spesa per gli over 65, gli altri quotidiani si sono per lo più limitati a pubblicare delle lettere dei lettori, lasciando che favorevoli e contrari si accapigliassero fra di loro e guardandosi bene sia dal prendere posizione su un divieto che non era chiaramente proporzionato allo scopo e sia dal sostenere la proposta equilibrata di introdurre delle fasce orarie per gli “anziani” (come del resto era già stato fatto in altri Paesi europei e non solo) . Dove sono finiti i vari “opinionisti” che esprimono un opinione su tutto ?

Vorrei infine precisare che se ho deciso di battermi per questa causa a favore dei diritti fondamentali degli over 65 non è perché sono uno specialista di virus, ma è perché fin dall’inizio della mia attività politica – un quarto di secolo fa – ho sempre avuto un debole per certe battaglie controcorrente a difesa dei diritti dei cittadini, specie quando mi accorgevo che nessun altro se ne voleva occupare (mi riferisco in particolare ai partiti e ai loro principali esponenti, che sulla discriminazione verso gli over 65 non hanno fatto un CIP). In questo caso poi avevo un giustificato motivo personale in piper dare battaglia , dato che – con i miei 68 anni – sono stato direttamente toccato nei miei diritti : cosa che non potevo certo subire in silenzio..

Riconosco che in questo periodo vi sono problemi anche più importanti che arrischiano di mandare al cimitero molta gente e a gamba all’aria molte attività economiche, ma siccome non ho certo il potere né la competenza di risolverli mi sono limitato a intervenire solo su una discriminazione che mi appariva intollerabile.

*Fondatore Il Guastafeste

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