CORONAVIRUS
I leghisti di Chiasso: "Inopportuno aprire le scuole. Municipio, fatti parte attiva di questa istanza"
"il decidere di rimettere in circolazione e dunque riportare nelle aule scolastiche del nostro Comune allievi delle scuole dell’obbligo è pericolosoper coloro con i quali verrebbero a contatto, ovvero gli adulti, i docenti e i genitori"

CHIASSO – Giusto ricominciare con le attività economiche, anche se il ritorno in Ticino di 70mila frontalieri, la maggior parte dei quali non userà i mezzi pubblici nemmeno se era abituata a farlo prima, ma non far tornare a scuola gli allievi, per nemmeno 30 giorni effettivi di lezione.
I consiglieri comunali leghisti di Chiasso (Bonacina Daniela, Cannavò Michele, Castoldi Mirco, Cerulli Emiliana, Ferrari Gian Paolo, Guerra Tiziana, Mazzoleni Gianandrea, Schneeberger Claudio, Solcà Flora, Tettamanti Gianluca, Tonini Stefano e Trecchi Maurizio) scrivono al Municipio, esprimendo la loro opinione sul tema più dibattuto del momento.

“Considerato che, come noto, in Italia l’emergenza sanitaria è di gran lunga più elevata rispetto al Cantone Ticino, ecco che lo spalancare di nuovo le porte a 70 mila frontalieri potrebbe contribuire in maniera significativa ad alzare il livello di rischio di contagio per tutta la popolazione”, si legge nella lunga missiva. “Inoltre, a nostro avviso non meno importante e strettamente collegata, vi è la questione legata al forte aumento di traffico pendolare che porterebbe di nuovo al caos le nostre strade e autostrade, in particolare quelle del Mendrisiotto e del Luganese”.

E poi passano al tema scuole, su cui ci sono opinioni contrastanti: quella di Koch che ritiene che non vi sia rischio e Merlani che dice di sì. “Sarebbe invece auspicabile che le scuole rimanessero chiuse fino alla fine dell’anno scolastico e che riaprissero nel mese di settembre, con modalità di sicurezza e tutela della salute da definire attentamente, implementando ulteriormente l’apprendimento a distanza (che in queste settimane si sta rivelando efficace), continuando però a garantire il servizio accudimento come finora”, è la loro proposta.

“Le ragioni della nostra richiesta che indirizziamo al Lodevole Municipio sono presto spiegate: il decidere di rimettere in circolazione e dunque riportare nelle aule scolastiche del nostro Comune allievi delle scuole dell’obbligo (scuole dell’infanzia, scuole elementari e scuole medie) - anche se fosse vero che non è rischioso per la loro salute - lo è di fatto per coloro con i quali verrebbero a contatto, ovvero gli adulti, i docenti e i genitori che dovranno tornare al lavoro, che a loro volta frequentano colleghi e parenti più anziani e dunque maggiormente a rischio”, proseguono.

Si teme “una catena pericolosa di contatti che genererebbe un ulteriore forte rischio di contagio per i nonni di questi ragazzi ai quali verrebbero comunque affidati dai propri genitori a partire da metà giugno; dunque potenziali vettori del virus che potrebbero infettare anche le cosiddette categorie a rischio quali anziani e adulti con patologie pregresse”. Dunque, per 26 giorni di lezioni si mette a rischio la salute della popolazione, sollecitando il sistema sanitario.

“Considerato inoltre che nelle ultime settimane dell’ anno scolastico, i ritmi si riducono e che ci sono nel mese di maggio ben 4 giorni di vacanza ufficiali (21 e 22 maggio, 1. e 11 giugno), si può evincere che almeno il 90% del programma scolastico è già stato evaso. Comuni e Cantone dovranno comunque continuare a garantire i servizi di accudimento per i bambini i cui genitori sono impegnati nelle varie attività lavorative”, sono convinti, e dunque “auspichiamo che il Municipio di Chiasso si faccia parte attiva in questa istanza, comunichi al Consiglio di Stato questa posizione e che ribadisca la necessità di ottenere per il nostro Cantone una “finestra di crisi” per una chiusura anticipata dell’anno scolastico, tenuto conto oltretutto che in Ticino le scuole chiudono prima rispetto agli altri Cantoni”.

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