CORONAVIRUS
Maturità: hanno fatto bene
Non si può contestare il DECS per aver riaperto le scuole dell’obbligo, e contestarlo allo stesso modo per aver cancellato gli esami di maturità

di Andrea Leoni

Leggo qua e là prese di posizioni contrarie all’annullamento degli esami di maturità in Ticino, deciso oggi ufficialmente dal Consiglio di Stato. Tale tesi può essere senz’altro sostenuta da coloro che hanno appoggiato il Governo sulla riapertura delle scuole dell’obbligo lo scorso 11 maggio. Fa un po’ sorridere, invece, intravvedere tra i contestatori anche chi era sulla barricata opposta. 

Noi di Liberatv ci siamo espressi con fermezza contro la ripresa dell’attività delle medie e delle elementari. Lo abbiamo fatto per ragioni sanitarie e scolastiche. Da un lato perché non  ci sono evidenze scientifiche circa la contagiosità dei bambini e per il fatto che la riapertura delle scuole innesca una movimentazione di persone enorme. Dall’altro perché ci hanno convinto le argomentazioni della maggioranza dei docenti e degli esperti che ritenevano “inutile” se non “controproducente” la rimessa in moto di questa macchina per i pochi giorni ad allievo (6-8 alle medie; 13 alle elementari) che il modello del DECS prevede da qui alla fine dell’anno. Ci siamo insomma richiamati al principio di prudenza e di ponderazione del rischio.

Per coerenza non possiamo quindi che condividere la decisione del Consiglio di Stato e di Manuele Bertoli. Mobilitare migliaia di maturandi avrebbe, infatti, comportato seri problemi logistici e ulteriori rischi per la salute pubblica. Come scrive il Governo, questa scelta (la stessa che faranno i Cantoni di Zurigo, Berna, Basilea, Vaud, Ginevra),  "eviterà un grande spostamento di giovani per sottoporsi ad un esame che ordinariamente è previsto per sole 5 delle 14 discipline di maturità e che può senza particolari problemi essere sostituito da una valutazione più globale da parte dei docenti". Secondo il Consiglio di Stato il mantenimento degli esami scritti in giugno "avrebbe esposto il Cantone ad un rischio concreto qualora tra qualche settimana la loro tenuta, già oggi problematica, fosse divenuta impossibile a seguito di un peggioramento della curva pandemica".

Non avremmo potuto scriverlo meglio, anche per elementari e medie...Quindi, in accordo con la nostra tesi di fondo, in caso il Governo avesse deciso di tenere gli esami di maturità, avrebbe sbagliato una seconda volta. Quindi bene così.

Poi, per carità, si può contestare l’impianto complessivo del modello del DECS e della Confederazione. Altri Paesi, come Germania e Austria, hanno riaperto le scuole cominciando proprio dagli allievi delle superiori perché, per anagrafe, sono in grado d’indossare correttamente la mascherina, di comprendere ed applicare le nuove norme di distanza sociale, così come quelle igieniche. Ci sono però anche altre Nazione, come la Francia, che hanno ricominciato dai più piccoli, lasciando tuttavia ampia libertà ai genitori. Ognuno la pensi come crede, ma si tratta di un dibattito ormai superato.

Noi crediamo che non si possa contestare il DECS per aver riaperto le scuole dell’obbligo, e contestarlo allo stesso modo per aver cancellato gli esami di maturità. Lo si può attaccare dal punto di vista del modello e della coerenza, questo è del tutto evidente, ma non sulla misura in quanto tale. 

Perché altrimenti non è più una critica fondata su degli argomenti sanitari e scolastici, come quelli che abbiamo messo sul piatto nelle scorse settimane. È solo politica, partitica. E allora a me non interessa più e tutto il discorso viene a noia.

 

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