Il presidente di GastroTicino prende posizione: "Una situazione paradossale. Siamo in contatto con il Consiglio Federale, ma..."
LUGANO – La Svizzera sta lentamente tornando alla ‘normalità’. O meglio, si sta avviando verso quella che può essere definita ‘una nuova normalità’ fatta di timori, insicurezze e anche tante incongruenze. È il caso degli esercizi pubblici, costretti a mantenere le distanze di almeno due metri da un tavolo e l’altro mentre la popolazione, paradossalmente, non è tenuta a rispettare le distanze nei cinema o sui mezzi pubblici, per esempio.
Un'incongruenza che non fa certo sorridere il presidente di GastroTicino e vicepresidente di GastroSuisse Massimo Suter. “A fronte delle situazioni paradossali che si verificano ogni giorno, la domanda sorge spontanea: perché gli esercizi pubblici sono costretti a rispettare la distanza sociale mentre da altre parti no?”.
“La maggior parte dei ristoratori è obbligata a lavorare con uno spazio ridotto del cinquanta per cento. Non dimentichiamolo. Noi siamo in contatto con il Consiglio Federale e abbiamo fatto presente questo aspetto svariate volte. Da quanto potuto appurare in questi giorni tramite i media d’oltre Gottardo, mi pare di capire che c’è una parte del mondo politico intenzionato a chinarsi sulla questione e un’altra parte che vuole continuare a rimandare la discussione”.
“Siamo – continua Suter – l’unico settore a cui è stata dedicata un’apposito paragrafo nell’ordinanza Covid decisa dal Consiglio Federale. Per noi non esiste una responsabilità individuale o uno spazio in cui muoversi basandosi su autocertificazioni come, per esempio, è il caso degli impianti di risalita”.
Abbiamo chiesto al presidente di GastroTicino quale restrizione toglierebbe se ne potesse eliminare solo una. “Sicuramente la distanza tra i tavoli. Impedisce di poter sfruttare al meglio gli spazi a disposizione nei locali. È un vero ostacolo per gli esercenti”.
Guardando l’affollamento nei locali dopo il lockdown sembra che il settore della ristorazione sia partito piuttosto bene, ma… “non è tutto oro quel che luccica”, per dirla con le parole di Suter. “La ripartenza è senz’altro positiva, ma bisogna essere coscienti del fatto che siamo partiti con alcuni weekend baciati dal sole e che, di conseguenza, alcuni ristoranti hanno beneficiato di questi fattori esterni positivi. Non è nostra intenzione dimenticarci di chi sta ancora soffrendo molto. E parlo di tutti quegli esercizi lontani dai flussi turistici o nei centri cittadini. Il mancato servizio di mezzogiorno pesa tantissimo su alcuni locali. Attenti, quindi, a dire che va tutto bene...”.