La vicenda riguarda una fornitura di camici ai medici, dapprima affidata alla società del cognato e poi trasformata in donazione. Prima però a Fontana è stato bloccato un bonifico di 250mila euro da un conto svizzero...
MILANO – Attilio Fontana è indagato per una vicenda riguardante la fornitura di camici medici durante il periodo Covid. L’inchiesta riguarda la fornitura da mezzo milione di euro di camici e altri dispositivi di protezione da parte della società Dama spa gestita dal cognato Andrea Dini e di cui la moglie del presidente della Lombardia, Roberta Dini, detiene una quota del 10%.
L’affidamento alla società sarebbe stato diretto, il 16 aprile, ma in conflitto di interessi. Dopo che la trasmissione Report aveva fiutato qualcosa, è stato trasformato in donazione il 20 maggio.
Ma qualche giorno prima Fontana aveva tentato di fare un bonifico al cognato 250.000 euro, cioè gran parte del mancato profitto al quale il cognato sarebbe andato incontro facendo l'unilaterale gesto di tramutare in donazione alla Regione l'iniziale vendita dei 75.000 camici e di rinunciare a farsi pagare dalla Regione i 49.353 camici e 7.000 set già consegnati. I soldi sarebbero partiti da un conto svizzero.
Sono stati bloccati perché in base alla normativa antiriciclaggio non vedeva una causale o una prestazione coerenti con il bonifico, disposto da soggetto sensibile come Fontana per l'incarico politico. Da qui la segnalazione di Banca d’Italia a guardia di finanza e Procura.
"Da pochi minuti ho appreso con voi di essere stato iscritto nel registro degli indagati. Duole conoscere questo evento, con le sue ripercussioni umane, da fonti di stampa", ha commentato via social Fontana. "Sono certo dell'operato della Regione Lombardia che rappresento con responsabilità".