CORONAVIRUS
"Siamo stanchi ma siamo medici e i malati hanno di nuovo bisogno di noi"
Le riflessioni del medico Francesco Colella Albino indirizzate ai colleghi: "I pazienti possiamo curarli fino alla fine anche senza guarirli"

di Francesco Colella Albino*

Sembra ieri quando mi ritrovai da un giorno ad un altro a combattere in trincea questa " nuova malattia". Poi la speranza di averla ingabbiata e adesso eccola di nuovo. Tutti sapevamo che prima o poi sarebbe tornata, anche se speravamo il più tardi possibile, ma ora siamo di nuovo qui a combattere.

Il nostro ruolo è di nuovo centrale, chi più chi meno, chi al nord chi al sud, chi con molti mezzi, chi con pochi, chi con politici che collaborano, chi no. In tutta Europa, in tutto il mondo. Siamo medici e ci siamo dentro fino al collo. Siamo stanchi con ancora sulle gambe la partita di calcio di febbraio-marzo-aprile 2020, persa 3 a 0 contro il Covid-19. Adesso c'è meno entusiasmo, forse anche meno solidarietà tra noi colleghi, siamo già sfiniti e la partita è appena iniziata.

Ma i malati hanno bisogno di noi, di nuovo hanno bisogno di noi. Della nostra competenza professionale ma non solo. Del nostro sorriso, della nostra voce, delle nostre parole di conforto. Non dimentichiamoci mai il ruolo profondamente umano del nostro lavoro. È dura lo so, quando hai visto 40 pazienti in PS o fatto 15 ricoveri non ce la fai, non sorridi più, non sei lucido. Ma la gioia di tranquillizzare un malato solo tenendogli la mano, o la serenità che ci dà l'aver tranquillizzato un figlio, una moglie, un fratello sono incomparabili. Ed è quello che basta ( almeno a me) per poter dire: sono medico, sarò medico in tutte le situazioni con ogni condizione, con ogni persona.

Ritroviamo lo spirito umano e solidale del nostro lavoro, nonostante le mille difficoltà. Purtroppo la frustrazione di non saper curare ancora questa malattia è molta, ma i nostri pazienti, specie i più fragili e anziani, possiamo curarli fino alla fine anche senza guarirli. Con la nostra sapienza, con la nostra pazienza, con il nostro cervello, con il nostro cuore e con le nostre mani, anche questa volta ( per usare un termine scontato) ce la faremo! E che sia l'ultima però.

*Geriatra e medico di famiglia - Clinica Luganese Moncucco  

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