CORONAVIRUS
Bertoli: "Mi dispiace aver fatto arrabbiare Lepori. Ma tutti dobbiamo ridurre i contatti, una necessità velenosa per la cultura"
Il socialista risponde allo sfogo, durissimo, del giornalista: "Avrei potuto mostrare più empatia per i professionisti della cultura però le discussioni sulla pandemia coinvolgono tutto il Governo, non solo il Ministro della salute"

BELLINZONA - Manuele Bertoli risponde a Pierre Lepori, affermando che avrebbe magari potuto mostrare maggiore empatia ma che al tempo stesso la situazione non coinvolge solo il Ministro della salute, compito che non è suo, bensì tutto il Governo, oltre a ricordare quanto fatto per la cultura.

Il giornalista di Rete 2 lo aveva attaccato. "Quel che mi ha scioccato – a parte la sua poca considerazione per le arti e la sintassi – non è questo: è che lei non ha speso una parola per tutti coloro che la cultura la vivono, la fanno, ed è il loro mestiere. Tutti coloro che hanno visto annullate prime teatrali, tournée di spettacoli, incontri letterari, proiezioni cinematografiche o concerti. Non solo il pubblico (che è invitato a lavorare e chiudersi in casa), ma quelli che stanno dietro e davanti alle quinte: i tecnici, i direttori e le direttrici di teatro, attori e attrici, musicisti, cantanti, e potrei continuare a lungo la lista. Vorrei ricordarle che non sono spensierati guasconi che lo fanno per diletto e solo al soldo di sussidi statali; anche se ci mettono l’anima, è il loro mestiere. Per tutti loro, per tutti noi, lei non ha speso una parola. Ha certo confermato che si troveranno soluzioni finanziarie per tutti (su questo punto, avrei comunque qualche dubbio). Ma in una successiva intervista ha ribadito che “il cinema e il teatro, nel complesso, hanno un’importanza minore”, aveva scritto.

"Salvo che lei non è il ministro del complesso ma proprio di queste cose minori. Anziché parlare come ministro della cultura, lei ha scelto un impassibile profilo basso, quel sano passo da montanaro che il Governo continua a vantare… montanaro che ovviamente non può che considerare artisti e operatori culturali come simpatici perdigiorno", lo aveva ancora accusato

E Bertoli si è detto dispiaciuto di aver fatto arrabbiare Lepori. "È vero, io non sono il ministro della salute, ma le discussioni su come affrontare la pandemia in corso, che fa dei morti, che vede tanta gente finire all’ospedale, che vede interventi sanitari rinviati per far spazio a chi è contagiato e necessita di cure, che vede i tanti addetti sanitari tornare in trincea dopo esserci stati in primavera, investe tutto il Governo, non solo il responsabile della salute. Così funzionano le nostre istituzioni, che immagino Lepori conosca bene. Così a mio parere deve ragionare un Consigliere di Stato che ha a cuore il bene dell’intera comunità, la stessa comunità che fruisce delle attività culturali", ha osservato il socialista.

"Forse il signor Lepori non ha compreso che per combattere questo maledetto virus è necessario ridurre drasticamente i contatti. Una necessità velenosa, malefica, maledetta per la cultura, che vive di relazioni e di pubblico, ma questa è purtroppo la realtà con cui siamo oggi tutti confrontati, nessuno escluso", ha proseguito.

Come mea culpa, ha scritto che "avrei potuto evitare di mettere l’accento sulle ospedalizzazioni in ascesa e mostrare più empatia per i professionisti della cultura", mettendo poi l'accento su quanto fatto da lui in ambito culturale, affermando di preferire alle belle parole i fatti. 

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